lunedì 25 giugno 2012

SEQUENZA SISMICA DELLA PIANURA PADANA EMILIANA 06/2012

Il modello sperimentale “Previso” utilizza al momento 13 algoritmi per localizzare l’epicentro e stimare la magnitudo analizzando le 5-10 scosse che precedono l’evento principale.
Gli algoritmi EPTM12 ed EPTM13 d'ultima generazione e non ancora ultimati, eseguono analisi di breve-imminente periodo (ore-giorni).
Testati per la prima volta nell’analisi della fase d'assestamento della sequenza sismica della pianura  padana emiliana hanno fornito con precisione i segnali d’inizio delle fasi di caos che precedono le scossa medio-forte.
Il valore della magnitudo associata al segnale, presenta ancora delle imprecisioni che si sta cercando di risolvere attraverso i tests.
I precursori analizzati dagli algoritmi sono i “foreshocks caratteristici” e le “microsenquenze”, in pratica le scosse deboli singole o associate  che avvengono prima di un terremoto principale.
La loro decodifica, in alcune condizioni, consente di stimare il valore della magnitudo e l’epicentro della scossa principale con estrema precisione.
Per un corretto utilizzo degli algoritmi occorre inserire i valori della magnitudo in tempo reale e seguire in  continuo la sequenza (nella fase d'assestamento si  possono generare più segnali ad intervalli di poche ore).
I risultati ottenuti sono sperimentali (non valicati dalla Comunità scientifica) e per tale motivo sono soggetti ad errori.

Analisi della sequenza

Negli ultimi 40 anni nella pianura padana si sono verificate 114 scosse di magnitudo 4,3 M, 16 di magnitudo 5,0 M e solo 3 di magnitudo 5 (dati USGS).
Le tre scosse di magnitudo uguale o maggiore di 5,5 M sono accadute tra il 20 ed il 29 maggio 2012.
Delle 114 scosse di magnitudo uguale o maggiore di 4,3, solo una è stata seguita dopo tre giorni da una scossa di magnitudo 5,0 M.
L’analisi della sequenza d'assestamento seguita alla scossa del 20 maggio 2012, evidenzia un secondo evento (il 29 maggio) con una magnitudo, posizione e profondità ipocentrale  non conformi alla sequenza.
Al momento i dati disponibili non consentono di stabilire se questa seconda scossa è un aftershock “caratteristico” o una nuova scossa.
Questa incertezza incide sui tempi di chiusura della fase d’assestamento che nella prima ipotesi sarà  lunga.
La struttura della sequenza sismica post 5,8 M e l'incatore di forza (IFS cumulato-assestato sotto la lenea dello zero) sembrano avvalorare l’ipotesi di "nuova scossa" preceduta da una breve fase d'assestamento anomala.
Gli aftershocks di diverso ordine di questa scossa sono ben ordinati nella sequenza d'assestamento.


Analisi d'immediato periodo

Negli ultimi due giorni le scosse non hanno superato il primo forte livello posto a 3,6 M (la scossa maggiore registrata è stata di 3,1 M).
Sull’indicatore EPTM1 non si è ancora attivato nessun segnale d’attenzione di breve periodo  mentre sull’indicatore EPTM12 alle ore 3:43:50 (tempo origine UTC) è comparso un segnale al quale possono essere associate scosse di magnitudo 2,1-3,2 M.
I livelli che ostacolano la risalita dei valori di magnitudo sono 3,6 M, 3,8 M ed il forte 4,3 M, non facile da superare nell’immediato periodo.

In sintesi: la struttura complessiva della sequenza sismica negli ultimi giorni è continuata a migliorare. I valori di magnitudo dinamici si sono portati sotto il livello di 3,8M (livello superiore d’oscillazione dei valori di magnitudo nella sequenza di lungo periodo).
Nei prossimi giorni speriamo d’individuare altre informazioni tecniche per capire se l’evento del 29 maggio (5,8 M) deve essere considerato un aftershock caratteristico” o una nuova scossa.
Gli elementi  tecnici individuati dagli algoritmi sono sufficienti per archiviare la sequenza di medio- lungo periodo in atto se l’evento del 29 maggio si considera come “nuova scossa”.



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