lunedì 23 dicembre 2013

AGGIORNAMENTO SULLA SEQUENZA SISMICA DELLA CALABRIA MERIDIONALE-SICILIA ORIENTALE

AGGIORNAMENTO DEL 23-12-2013 ore 9:10 pubblicato su Fb

Questa sequenza sismica si sviluppa  su un’area complessa con blocchi diversi interagenti fra loro.
L’evento registrato oggi di magnitudo 4,0 Ml, segue quello del  15 dicembre di 4,1 Ml  preceduto dall’innesco di una bomba sismica di breve periodo (si è iniziata a formare nel mese di agosto) ancora attiva e da una scossa premonitrice di bassa magnitudo.
Il segnale di attenzione ora è attivo.
Il valore della magnitudo dell'evento associato al segnale è di  3,3-3,7 Ml con estensione fino a circa 4,4 Ml (valore dinamico).
La magnitudo dinamica massima dell’area è di 6,0-6,4 Ml.


Le analisi  sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
Tutte le parti del blog sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA




Figura 1 - Sequenza temporale dei valori di magnitudo ed indicatori energetici.

lunedì 9 dicembre 2013

SEQUENZA SISMICA DELL’UZBEKISTAN

È ben noto che l'aumento del livello dell’acqua nelle grandi dighe, l’attività mineraria sotterranea, l’iniezione ad alta pressione e temperatura di fluidi nel terreno per scopi diversi (ad es. lo smaltimento dei rifiuti, recupero di olio greggio e di gas secondario), la generazione di energia elettrica dalla geotermia, le grandi esplosioni sotterranee, possono generare attività sismica.
C'è una grande quantità di dati sperimentali che dimostrano come l’estrazione di petrolio e di gas dai giacimenti di idrocarburi attivino terremoti di piccole e medie magnitudo e causino fenomeni di assestamento del terreno.
L’aumento della migrazione di gas verso la superficie lungo le faglie e le fratture (zona permeabile), modificano il pre-esistente stress lungo la faglia aumentando la pressione dei pori alla quale segue una diminuzione dello sforzo efficace con conseguenti deformazioni della roccia (distorsioni e compattazione).
In molte zone dove la roccia non è sottoposta a forti stress tettonici, l'energia sismica liberata durante gli eventi indotti è in genere bassa (<4,0), ma se si modifica il campo di sollecitazione nella zona circostante il serbatoio che si trova già sottoposta a grandi stress tettonici (fase di preparazione di un forte terremoto), l'energia aggiunta dalle attività antropiche all'interno del serbatoio e le rocce circostanti, può provocare grandi terremoti anche lontani dal serbatoio.
Si è discusso se i terremoti dei mesi di aprile e maggio 1976 e 19 marzo 1984 siano stati indotti dalle attività di produzione di grandi quantità di gas nel campo di Gazli in Uzbekistan.

Figura 1 – Ubicazione della sequenza sismica.

 La sequenza sismica, localizzata su una zona di debolezza pre-esistente e accaduta in una regione a basso rischio sismico, evidenzia tre grandi terremoti (con mb ≥ 6,0) raggruppati nello spazio e nel tempo (1976 - 1984) e  preceduti da anomalie sismiche.
La cinematica della sequenza sismica analizzata, composta di 229 eventi registrati dal 1976 al 2012, mostra un evento inusuale di magnitudo 6,4 mb accaduto vicino alla città di Gazli del 19 marzo del 1984 preceduto da due eventi di magnitudo 6,2 mb (8 aprile e 17 maggio 1976).
I due epicentri si trovano a circa 40 km di distanza l'uno dall'altro (fig. 2), mentre il giacimento di gas è situato  a nord di Gazli.

Figura 2 – Ubicazione degli eventi più importanti nelle immediate vicinanze del campo Gazli.

La sequenza sismica inizia con un evento di magnitudo 6,2 mb accaduto l’8 aprile del 1976 seguito da una breve fase di assestamento poco strutturata alla quale è seguita la fase di rilascio di energia culminata con l’evento del 17 maggio 1976 (6,2 mb).
A questo punto sulla sequenza sismica non si è attivata la fase di assestamento, ma una fase di rilascio di energia composta di eventi di magnitudo crescente fino alla scossa del 19 marzo 1984 di magnitudo 6,4 mb, caratterizzata, nella parte iniziale, da un’anomalia sismica di “cambio di fase”, impostata su valori di magnitudo medi.
Questo evento è stato preceduto da una scossa premonitrice di medio periodo di magnitudo 5,9 mb registrata il 4 giugno 1978.
Anche a questo evento non è seguita una fase di assestamento regolare, ma i valori della magnitudo si sono posti all’interno di un range molto stretto (repliche di piccola magnitudo e bassa energia) con un’evidente migrazione dei valori minimi.


Figura 3 – Sequenza temporale dei valori di magnitudo.

Nelle figure 4 e 5 sono riportati gli epicentri registrati nell’area dal 1976 al 2012.
I grafici mostrano come, a partire dal 1976 l’attività sismica, si sia concentrata sul bordo settentrionale del giacimento di gas di Gazil.

Gli epicentri dei sette maggiori eventi della sequenza sismica dell'anno 1976 al 1984  sono unilateralmente migrati  di 90 km lungo la direzione NE-SW.

Figura 4 – Attività sismica nella regione di Bukhara.


Figura 5 – Epicentri degli eventi più importanti e strutture sismiche principali.

 

Figura 6 – Distribuzione dell’energia liberata.


 La mancanza di grandi eventi (> 6,5 mb) nella regione da molti secoli, il raggruppamento dei tre eventi forti dall'anno 1976 al 1984, il meccanismo di accumulo e rilascio di energia diverso da zona a zona, la struttura irregolare della sequenza sismica, la direzione definita dalla migrazione degli epicentri e le profondità ipocentrali, fanno ipotizzare una correlazione diretta con le strutture sismiche principali  e con le fasi di sfruttamento del giacimento di gas locale.
L'evento sismico principale, probabilmente di origine tettonica, è stato indotto dalle sollecitazioni provocate in profondità dalle attività di estrazione selettive ed eseguite  con tassi di produzione irregolari, sufficienti per causare un grave terremoto in una zona sottoposta già a grandi stress tettonici.


Le analisi  sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
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lunedì 25 novembre 2013

SEQUENZA SISMICA DELLA SILA

(Denominata Lupo della Sila)


L’area della sequenza sismica della Sila è stata dimensionata dal modello Previsio sulla base della posizione degli epicentri storici aventi particolari caratteristiche areali, all’interno della quale è possibile prevedere la posizione del futuro epicentro della scossa più energetica.
La serie storica di lungo periodo dell’area analizzata, mostra due eventi principali accaduti l’8 giugno del 1638 (Mw 6,89) e l’8 marzo 1932 (6,59 Mw), mentre quella di medio periodo, riportata nella figura 1, mostra due eventi di magnitudo 4,0 Ml registrati rispettivamente il 26 marzo 2007 e il l’8 aprile 2008.
In seguito, la sequenza sismica mostra una lunga fase di assestamento all’interno della quale sono evidenti brevi cicli di rilascio di modesta energia.
Nella parte finale si riscontra una fase di  rilascio di energia in atto iniziata nel mese di dicembre del 2012 caratterizzata fino a questo momento dall’evento di magnitudo 3,1 Ml registrato il 7 luglio 2013.
Nel breve periodo è necessario l’accadimento di una scossa di magnitudo maggiore di 4,3 Ml
(figura 2) per far aumentare il rischio di un’evoluzione negativa della sequenza sismica, mentre nel brevissimo periodo sono possibili eventi di magnitudo 3,0-3,3 Ml associati all’ultimo segnale di attenzione attivo.
Nella figura 3, con le linee di colore marrone sono riportati il perimetro dell’area ristretta nella quale è possibile che accada,  in futuro, un evento forte e gli epicentri dinamici previsti dal modello “Previsio”.
Nella figura 4 sono indicati lo schema planimetrico della bomba sismica presente nell’area della Sila, i tre epicentri dinamici  individuati dal modello ERM e, con le linee di colore rosso le direzioni di sviluppo o dei rami più energetici nel breve periodo della bomba sismica.


Segnale di attenzione di primo ordine:  Attivo
Segnale di attenzione di secondo ordine: Non attivo
Segnale di attenzione di terzo ordine: Non attivo
Range massimo dei valori di magnitudo: 3,0-3,3 Ml estendibile fino a 4,3 Ml
Indicatore di forza : Positivo
Anomalie: Assenti
Microstrutture: Assenti
Livello sismico critico: 4,3 Ml
Secondo livello sismico critico: Non definito
Magnitudo massima prevista per la zona di azione: 6,9-7,6 Ml
Velocità della sequenza: Bassa
Scossa premonitrice: Assente



Le analisi  sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
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Figura 1 - Andamento temporale dei valori di magnitudo.


Figura 2 - Indicatori della sequenza sismica.


Figura 3 - Area di analisi ristretta


Figura 4 . Bomba sismica


Figura 5 - Fratturazione dell'area

domenica 3 novembre 2013

SEQUENZA SISMICA DI TAIWAN

L’andamento temporale delle scosse con magnitudo M > 6,0 riportato in Fig.1  mostra un evento di magnitudo 7,7 Mw, (terremoto di Chi-Chi) accaduto nella regione nord-occidentale di Taiwan alle 17:47 (GMT) del 20 settembre 1999.
Il mainshock ha generato già cinque cicli di assestamento di cui il terzo caratterizzato da un aftershock caratteristico di medio periodo di magnitudo 7,0 Mw.
L’evento di magnitudo 6,3 Mw registrato il 31 ottobre 2013 (Fig.2), preceduto da un’anomalia sismica interna sembra, appartenere al primo ciclo di rilascio di energia non ancora completato (Fig. 3) e correlato con un foreshock di medio-breve periodo di magnitudo 5,9 Mw accaduto il 20 febbraio 2012.
I due eventi sono inseriti in un’anomalia sismica laterale del tipo “L” molto estesa alla quale è possibile associare ora una scossa di magnitudo  7,0-7,3 Mw con estensione fino a 8,2 Mw.
Nel brevissimo periodo è previsto un primo aftershock caratteristico di magnitudo intorno a 5,1 Mw.
Un valore della magnitudo dell’aftershock caratteristico vicino a 5,7-6,0 Mw ed un successivo superamento del livello sismico critico di magnitudo 6,4 Mw, deve essere considerato come un segnale di attenzione di inizio di una fase di rilascio di energia, con  possibilità di un'evoluzione verso il valore di magnitudo di 7,0-7,3 Mw o fino ad un massimo storico.

Le analisi  sono eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili. Sono possibili errori.
Tutte le parti delle previsioni sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
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Figura 1 – Andamento temporale delle scosse con magnitudo M > 6,0

Figura 2 – Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatore sismico.



Figura 3 – Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatori sismici.


lunedì 7 ottobre 2013

SEQUENZA SISMICA DEL GOLFO DI VALENCIA

PROGETTO CASTOR  

Nel 1996 sono iniziati gli studi nel delta dell’Ebro per convertire in un deposito di stoccaggio di gas naturale, il vecchio giacimento petrolifero “Amposta” ubicato a 22 chilometri dalla costa di Vinar cittadina in provincia di Castellón a più di 1.750 metri di profondità sotto il livello del mare.
Dal giacimento petrolifero sono stati estratti  56 milioni di barili di petrolio dal consorzio Shell-Campsa durante gli anni 1973-1989, periodo di tempo durante il quale il deposito Amposta era in produzione.
Si tratta di un serbatoio strategico, destinato a conservare una quantità di gas naturale, pari ad un terzo di quello che consuma tutta la Spagna in 50 giorni.
Circa 1.300 milioni di m3 è il volume di gas che può essere iniettato con regolarità nel deposito con portate d’iniezione di 8 milioni di m3/giorno in un tempo di circa 6 mesi.
Il progetto è gestito da una piattaforma marina fissato sulla superficie, da cui sono stati perforati 13 pozzi per iniettare prima gas naturale e quindi rimuoverlo.
Fanno inoltre parte del progetto un gasdotto di 30 chilometri di lunghezza totale (22 sottomarini e 8 nella fascia costiera)
L’attività d’iniezione nel deposito è iniziata nel mese di maggio del 2013 e terminata il 16 settembre.
Fino all’ultima data sono stati stoccati nel deposito, 102 milioni di metri cubi.
Il 26 settembre, dopo la registrazione nell’area di oltre 200 eventi sismici, di cui uno di magnitudine 3,6 mbLg(L), il Ministero dell'Industria ha ordinato la sospensione dell'attività dell'impianto.

Figura 1 – Schema del progetto Castor  (http://www.proyectocastor.com/?page_id=116)


UBICAZIONE DEL PROGETTO CASTOR

 Il deposito è situato in una zona a media attività sismica, attraversata dal sistema faglie attive quaternarie “Fosa de Amposta” orientato NE-SW e composto di tre faglie principali; la faglia orientale che ha una lunghezza di 51 chilometri, la centrale di 35 chilometri, mentre quella occidentale è di 18 chilometri di lunghezza e molte altre di dimensioni minori che non sono mappate.

Queste faglie per la loro lunghezza sono capaci di generare eventi di magnitudo maggiore di 6.
Durante il mese di settembre sono state registrate dall'Istituto geologico e minerario di Spagna (IGME), 270 terremoti di magnitudo da 1 e fino a 4,2 mbLg(L), vicino alla faglia orientale del sistema “Fosa de Amposta”.
Gli epicentri dei terremoti sono situati a sud-est non lontano dal luogo in cui è stata eseguita l'iniezione di
Le scosse hanno causato una piccola frattura orientata secondo la direttrice NW-SE (figura 9) con eventi di maggiore entità registrati giorni dopo la fine dell'iniezione.
 gas nel serbatoio.

Figura 2 - Mappa delle faglie attive.

Figura 3 -  Ubicazione del sisma di magnitudo  4,2 del 1 ottobre 2013.

SEQUENZA SISMICA DI LUNGO PERIODO – Zona ampia

Il terremoto più forte dal 1930 nell'area del Golfo di Valencia risale al 1994 con 4,9 di magnitudo al quale sono seguiti due eventi minori accaduti il 21 settembre 2003 e il primo ottobre 2013.
I tre eventi, che costituiscono due cicli sismici di diversa durata e rilascio di energia, sono stati preceduti ciascuno da due foreshock caratteristici.
La struttura della sequenza sismica, nella parte finale, mostra una fase di rilascio di energia iniziata dopo l’evento di magnitudo 3,6 registrato il 29 settembre 2013, terminata con l’evento di 4,2 del primo ottobre 2013.
Sulla sequenza ora è attiva una fase di assestamento di breve periodo alla quale è possibile associare un primo aftershock caratteristico di magnitudo 3,6 circa.
La magnitudo massima prevista per la zona dal modello “Previsio” è di 6,0 mbLg(L).
Nella figura 5 sono riportati le linee d'isoprofondità ipocentrali e gli eventi caratteristici della sequenza sismica.

 Figura 4 - Sequenza temporale di lungo periodo dei valori di magnitudo.



Figura 5 – Distribuzione delle sequenze sismiche del Golfo di Valencia dove è evidenziato l’evento principale.


SEQUENZA SISMICA DI LUNGO PERIODO – Zona ristretta

I dati storici (National Geographic Institute) indicano che dal 9 settembre 2013 al 6 ottobre sono stati registrati 349 terremoti su un totale di 569 scosse accaduti dal 1930 al 2013.
Il più forte evento della serie storica di magnitudo 4,2 mbLg(L) si è verificato alle ore 5:32 del mattino del 1 Ottobre 2013 ed è stato  preceduto da altri due eventi di magnitudo 3,9 e 3,6 nei giorni precedenti, classificati dal programma “Previsio” come foreshock caratteristici.
Adesso c'è uno sciame di terremoti caratterizzato da un aftershock caratteristico di magnitudo 3,9 registrato il 2 ottobre 2013, al quale seguirà un secondo aftershock caratteristico di mangitudo 3,6 circa nel breve periodo.
La mappa della distribuzione delle repliche si sviluppa per circa 20 chilometri nella direzione NW-SE, mentre l'epicentro del terremoto più forte si trova ai circa 12 km a sud-ovest del progetto "Castor".
La direzione di rilascio dell’energia lungo la frattura avviene da NW verso SE, al contrario l’assestamento.

Figura 6 - Localizzazione del progetto Castor e del sisma del 1 ottobre 2013.


Figura 7 – Sequenza temporale di lungo periodo dei valori di magnitudo.


Figura 8 – Epicentri degli eventi registrati dal 1930 al 2013 e faglie attive.


 Figura 9 – Distribuzione delle fratture.


Figura 10 – Numero di eventi sismici annuo.

TERREMOTI INDOTTI 

L’attività sismica iniziata nel mese di settembre, coincide nel tempo e nello spazio con le operazioni di stoccaggio di gas naturale effettuate a circa 12 km a nord-est degli epicentri delle scosse più energetiche.
Il terremoto più forte è arrivato il 1 Ottobre 2013,  ma già il 26 settembre Ministero dell'Industria aveva ordinato il fermo delle operazioni d'iniezione di gas a causa delle numerose scosse di magnitudo fino a 3,6 registrate.
L’energia rilasciata, pari a quella di una scossa di magnitudo 4,5 circa, è inferiore a quella prevista per l’area analizzata che è capace di produrre una rottura a largo della costa di Castellón, in una zona sismica a rischio non trascurabile (è possibile un effetto domino sul sistema di faglie Amposta).
I terremoti di bassa magnitudo e profondità ipocentrale, registrati lungo una direttrice trasversale al sistema di faglie “Fosa de Amposta”,  sono inseriti in un ciclo anticipato rispetto a quello naturale di accadimento dei terremoti nell’area, che fa ipotizzare un'origine indotta della sismicità.
Le cause della creazione delle microfratture, sono da ricercare nell’alterazione dei valori della pressione dei pori durante la fase d’iniezione del gas, ma anche nelle fasi successive di riequilibrio che in aree sismiche, può alterare i tempi e le modalità di rilascio dell’energia sismica (incremento della sismicità dell’area).
Le faglie, che sono quelle che generano i terremoti, sono caricate degli sforzi che scaricano, lungo i settori a minore resistenza, in più fasi cicliche, quando non sono più in grado di sopportare l'accumulo di energia.


Le analisi  sono eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili. Sono possibili errori.
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venerdì 27 settembre 2013

SEQUENZA SISMICA DEL PAKISTAN


Aggiornamento del 28 settembre 2103 

Questa mattina è stato registrato il primo aftershock caratteristico della fase di assestamento seguita all’evento di magnitudo 7,7  Mw del 24 settembre 2013.
Il valore della magnitudo è stato di 6,8 Mw, poco sopra il range di 6,1-6,3 Mw previsto dall’algoritmo EPTM16.
Nella figura sono riportati i segnali di attenzione attivati dagli algoritmi M1 e EPTM15.


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Nel corso degli ultimi 47 anni  sono state registrate nove scosse di magnitudo maggiore di 6,0 situate in una sequenza sismica che si è sviluppata per circa 800 chilometri secondo la direttrice NW-SE circa.
Il primo di questi si è verificato il 7 febbraio 1966, l'ultimo alle 11:29 del 24 settembre del 2013. 

Data                Lat           Lon           Prof       Magnitudo     Classificazione

1966/02/07       29.9000    69.7000    10.00     6.38   Mb       Foreshock
1975/10/03       30.2510    66.3150    11.00     6.70   Ms       Foreshock
1975/10/03       30.4130    66.3500     33.00    6.40   Ms       Aftershock
1983/04/18       27.7930    62.0540     64.00    6.50   Mb      Aftershock
1997/02/27       29.9760    68.2080     33.00    7.10   Me       Mainshock
2008/10/28       30.6390    67.3510     15.00    6.40   Mw      Aftershock/Foreshock
2008/10/29       30.5980    67.4550     14.00    6.40   Mw      Aftershock/Mainshock
2011/01/18       28.7770    63.9510     68.00    7.20   Mw      Foreshock
2013/09/24       26.9708    65.5198     15.00    7.70   Mw      Mainshock

La sequenza sismica di lungo periodo mostra un mainshock di magnitudo 7,2 Mb avvenuto il 27 febbraio 1997, preceduto da due foreshock caratteristici di lungo periodo registrati  il 7 febbraio 1966 (6,38 Mw) e il 3 ottobre 1975 (6,70 Ms), che costituiscono la prima parte più sostanziale della sequenza di terremoti in Pakistan nel periodo considerato.
La seconda parte della sequenza sismica (medio periodo), rappresentata nella figura 1, mostra un mainshock di magnitudo 7,7 registrato il 24 settembre 2013, preceduto da un foreshock caratteristico di medio periodo di magnitudo 7,2 Mw registrato il 18 gennaio 2011.
L’aftershock di primo ordine  di magnitudo 6,1-6,3 Mw circa associato a questo mainshock non si ancora verificato.
La distribuzione degli epicentri in figura 2 mostra come il mainshock e il foreshock caratteristico non si trovano vicini.
La figura 1 mostra l’andamento temporale dei valori di magnitudo dal 26 settembre 2006 al 29 luglio 2013 e gli indicatori AR1 e EPTM 16.
Il simbolo della stella indica i mainshocks principali, con il cerchio pieno di colore blu sono indicati i foreshocks caratteristici, mentre i segnali di attenzione sono rappresentati dai triangoli di colore rosso.
L'immagine mostra come i terremoti di magnitudo maggiore di 6,0 siano stati segnalati dagli indicatori con buon anticipo.

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Figura 1 – Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatori sismici.

































Figura 2 – Ubicazione degli epicentri degli eventi caratteristici della sequenza sismica.

mercoledì 11 settembre 2013

AGGIORNAMENTO SULLA SEQUENZA SISMICA DEL FRIULI - ALPI GIULIE

La sequenza degli eventi accaduti dal 2005 al 2013 mostra una lunga fase di accumulazione di energia terminata con l’evento di magnitudo 4,5 Ml del  9 giugno 2012 ed inserito in una prima fase si rilascio di energia.
L’evento è stato preceduto da un foreshock di breve periodo di magnitudo 3,8 Ml accaduto il 13 settembre 2011.
Dal 9 giugno del  2012 la sequenza sismica è entrata nel primo ciclo di assestamento composto di 22 eventi e caratterizzato da un aftershock di primo ordine di magnitudo 3,9 Ml accaduto il 12 febbraio 2013.
La sequenza sismica ora si trova alla fine del secondo ciclo di assestamento al quale è associata una scossa di magnitudo 3,8-4,4 Ml, estendibile fino a 5,1 Ml.
Il valore massimo di magnitudo stimato per l’area analizzata è di 6,5 Ml.
Gli indicatori energetici sono ancora carichi e nella parte finale della sequenza è ben evidente una microstruttura negativa del tipo “Trs”.
Il primo livello sismico critico è posto a 3,4 Ml e il segnale di attenzione di primo ordine è attivo.

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Tutte le parti delle previsioni sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
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Figura 1 - Andamento temporale dei valori di magnitudo.