giovedì 24 settembre 2015

RELAZIONE TRA SISMICITÀ ED ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE DI PETROLIO NELLA ZONA DI COALINGA (CALIFORNIA, USA)


Riassunto: Il terremoto di magnitudo 6.5 Mw del 2 Maggio 1983 si è verificato nei pressi dell’anticlinale attiva di Coalinga (California, USA), dove è presente uno dei principali campi petroliferi in produzione. L’evento principale ha causato una sequenza di assestamento, la cui distribuzione epicentrale coincide approssimativamente con l’area del giacimento. Attraverso questo lavoro si vuole esaminare la struttura della sequenza sismica, al fine di comprendere se il terremoto possa essere stato innescato dalle attività estrattive. Dall’analisi dei dati sismici si evince come lo schema evolutivo della fase di rilascio di energia è del tipo “progressive earthquake”, composto da foreshocks di magnitudo crescente. L’attività sismica dell’area studiata presenta una distribuzione spaziale non casuale ma legata allo stile strutturale dell’area ed all’attività di estrazione di petrolio. La scossa principale è avvenuta su una faglia principale di thust-ramp posta alla base di una piega, messa in evidenza dal meccanismo focale con un piano lievemente immergente a SW e parallelo all’asse dell’anticlinale, denominata San Joaquin thrusts-ramp. L’andamento temporale degli ipocentri relativi agli eventi registrati tra il 1982 ed il 1983 (fase di rilascio di energia) evidenzia una migrazione verso l’alto delle profondità in conseguenza allo stress tettonico compressivo ed una migrazione verso il basso degli eventi più energetici, inoltre dai dati analizzati si evince come sul fianco settentrionale della piega e nel suo nucleo è ben sviluppato uno stile tettonico a più segmenti di faglia, dove i confini geometrici  tra ogni segmento, sono ben definiti dalla posizione degli ipocentri delle scosse di assestamento e dai meccanismi focali, i quali non definiscono lo stesso piano di rottura. I risultati ottenuti dalle analisi effettuate suggeriscono una relazione tra la produzione di petrolio e la sequenza sismica del terremoto di Coalinga del 1983.


di: Giulio Riga e Paolo Balocchi

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sabato 1 agosto 2015

IL TERREMOTO DE L'AQUILA DI M 6.1 DEL 06 APRILE 2009 E I SUOI PRECURSORI SISMICI


Riassunto: allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non è possibile rispondere con certezza assoluta su dove e quando l’evento sismico distruttivo si verificherà e sulle caratteristiche che avrà. Lo studio seguente, basato sull’analisi delle variazioni spazio-temporali della sequenza sismica de L’Aquila 2009, vuole dimostrare come prima del terremoto erano presenti degli elementi potenzialmente sfruttabili nel breve e brevissimo periodo, al fine di definire la sua evoluzione temporale. L’analisi della struttura della “bomba sismica” associata al terremoto de L’Aquila mostra uno schema gerarchizzato di tipo “progressive earthquake”, caratterizzato da un aumento temporale del tasso di sismicità. Inoltre  La focalizzazione dell’evento sismico con il modello sperimentale “Previsio” fornisce un valore coerente con quello del mainshock del 06 aprile 2009. E’ opinione degli Autori che la sismicità rappresenta un potenziale precursore, che oltre a caratterizzare la sequenza, può dare informazioni utili sula possibile localizzazione e magnitudo di un futuro mainshock.

di: Giulio Riga e Paolo Balocchi

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mercoledì 1 luglio 2015

LA SEQUENZA SISMICA DELL'EMILIA 2012: TERREMOTI NATURALI E ATTIVATI


Riassunto: il 20 maggio e 29 maggio del 2012, nella bassa modenese si sono verificati due eventi sismici rispettivamente di magnitudo 5.8 Mw e 5.6 Mw, causando  una sequenza di scosse di assestamento la cui distribuzione epicentrale si è estesa all'interno dell'area della concessione Mirandola. Ciò ha suggerito una relazione causale tra i due eventi principali del 20 e 29 maggio e la produzione di idrocarburi della concessione. In questo studio viene utilizzato un modello di calcolo sperimentale, attraverso il quale sono stati analizzati i dati ricalcolati, della sismicità strumentale dell'area, ricavati dal catalogo ISIDe dell’INGV, al fine di definire i terremoti naturali e attivati che ricadono nell’area del cratere sismico dell’Emilia del 2012, dove è presente la concessione Mirandola per la coltivazione di idrocarburi. I risultati ottenuti definiscono il terremoto del 20 maggio come evento naturale, mentre quello del 29 maggio come evento attivato dal mainshock precedente. Inoltre non si evidenziano legami tra le attività antropiche della concessione Mirandola e i mainshocks del 20 maggio e 29 maggio 2012.

di: Giulio Riga e Paolo Balocchi

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http://georcit.blogspot.it/2015/07/la-sequenza-sismica-dellemilia-2012.html



venerdì 1 maggio 2015

SEQUENZA SISMICA DEL NEPAL


Il terremoto del 25 Aprile del 2015 di magnitudo M 7.8 si è verificato in una delle regioni più sismiche della terra per l’elevato tasso di sismicità e forti terremoti causati principalmente dalla spinta frontale tra la placca indiana in subduzione verso nord e la placca euro-asiatica. 
L’epicentro del terremoto è stato localizzato a circa 50 km a nord-ovest della capitale nepalese di Kathmandu, dove le placche indiana ed euro-asiatica stanno convergendo ad un tasso del 45 mm / anno, guidando il sollevamento della catena montuosa dell'Himalaya. Il meccanismo focale del terremoto è compatibile con una cinematica compressiva con assi principali orientati WNW-ESE e coerenti con l’interfaccia di subduzione tra le placche indiana ed euro-asiatica.
Esempi di terremoti significativi, in questa regione densamente popolata sono anche quelli del 1934 di M8.0 (Bihar), del 1905 di M7.5 (Kangra) e i terremoti M7.6 del Kashmir del 2005.

Figura 1. Epicentro del terremoto del 25 aprile del 2015 e meccanismo focale (Fonte: US Geological Survey, 2015). 



































La distribuzione degli epicentri degli eventi sismici registrati dal mese di gennaio del 1934 fino al mese di aprile del 2015 è riportata nella figura 2.
Gli epicentri presentano una distribuzione relativamente ampia ed una densità che decresce verso nord-est. Nel settore meridionale dell’area si nota un allineamento di epicentri orientato in direzione WNW-ESE.

Figura 2. Distribuzione degli eventi nel periodo gennaio 1934-aprile 2015. La stella verde indica la posizione dell’epicentro del terremoto del 1934, mentre quella di colore rosso indica l’epicentro del terremoto del 2015.






















Nella figura 3 è riportata l’evoluzione temporale delle registrazioni sismiche in Nepal nel periodo gennaio 1934-aprile 2015.
La sequenza sismica inizia con il terremoto del 1934 di magnitudo 8.0 Mw, conosciuto come terremoto di Nepal-Bihar. Il sisma, il più devastante mai avvenuto nel territorio del Nepal,  ha gravemente danneggiato Kathmandu e si ipotizza che abbia causato oltre 16000 morti tra Nepal ed India messi insieme.
Segue una lunga fase di accumulo di energia (fase intersismica) caratterizzata da un foreshock di medio periodo accaduto il 25 agosto 2008 (6,7 Mw) a circa 330 km a NO dell’epicentro del terremoto del 25 aprile 2015 (figura 4), ma preceduto da uno schema  evolutivo di preparazione diverso.
Il mainshock del 25 aprile 2015 di magnitudo 7.8 Mw è stato seguito da un primo e forte aftershock di magnitudo 6.7 Mw registrato il 26 aprile a circa 140 km ad E-SE del mainshock.
Il valore di magnitudo dell’aftershock si è collocato correttamente all’interno della struttura evolutiva della fase di assestamento.

Figura 3. Andamento temporale dei valori di magnitudo nel periodo gennaio 1934-aprile 2015.



























Figura 4. Epicentri degli eventi di magnitudo≥ 6.7 Mw nel periodo gennaio 1934-aprile 2015
TERREMOTO
DATA
LATITUDINE
LONGITUDINE
PROFONDITA’
MAGNITUDO
1
15-01-1934
26.885
86.589
15 km
8.0 Mw
2
27-05-1936
28.397
83.311
15 km
6.8 Mw
3
17-10-1944
31.266
83.114
20 km
6.8 Mw
4
25-08-2008
30.901
83.520
15 km
6.7 Mw
5
25-04-2015
28.147
84.707
15 km
7.8 Mw
6
26-04-2015
28.147
85.997
17.26 km
6.7 Mw


Nella figura 5 è rappresentata la somma di tutta l’energia rilasciata nel periodo gennaio 1934-aprile 2015.
Il grafico si presenta poco accidentato fino al 24 aprile del 2015, mentre dopo si nota un salto dovuto al terremoto di 7.8 Mw verificatosi il 25 aprile del 2015 che ha contribuito in misura più significativa alla liberazione di energia (l'energia rilasciata da un terremoto dipende in maniera esponenziale dalla magnitudo).
L’energia sismica cumulata rilasciata nel periodo analizzato è pari ad un terremoto di magnitudo 8.14.

Figura 5. Rilascio cumulativo di energia sismica.



























La figura 6 riporta lo schema della bomba sismica che ha generato il terremoto del 25 aprile 2015 (rappresenta la sintesi della fase preparatoria del terremoto attraverso l'analisi dei dati sismici registrati) e la prima scossa di assestamento.
Il grafico mostra la fase di accumulo di energia che si è attivata dopo il foreshock del 25 agosto del 2008 composta di cinque step evolutivi (maggiore è il numero degli step evolutivi è più forte è il terremoto associato alla bomba sismica) ed il punto di attivazione datato maggio del 2013 e localizzato ad ovest dell’epicentro del mainshock.
Durante la fase di rilascio di energia non sono stati registrati foreshock di ordine superiore. Gran parte dell’energia accumulata è stata  liberata dal mainshock (flash earthquake).
Questo schema di rilascio di energia è tipico di aree composte da rocce compatte ed omogenee interessate da faglie inverse o trascorrenti o di aree di convergenza di placche tettoniche.
Il mainshock è stato preceduto da un’anomalia della quarta onda sismica iniziata nel 2010 (una seconda anomalia sismica è presente tra la prima e seconda onda sismica presente nella sequenza sismica associata ad una divergenza degli indicatori energetici) e da un ultimo pre-segnale datato gennaio 2015 (si sono attivati altri due pre-segnali in precedenza).
Dalla struttura delle anomalie è stato possibile calcolare per il terremoto associato alla bomba sismica un valore dinamico di magnitudo pari a 8.1 Mw.
Lo schema attuale della bomba sismica  indica che buona parte dell’energia accumulata nella zona è stata già liberata (la magnitudo massima dinamica dell’area è di 8.1 Mw, mentre l’energia liberata è pari a 8.14 Mw). Nel primo ciclo di assestamento i valori di magnitudo si sono portati sotto la soglia del 40% circa dell’intera fase di assestamento facendone ipotizzare una conclusione abbastanza rapida.

Figura 6. Schema della bomba sismica del terremoto del 25 aprile 2015.

La mappa epicentrale riportata in figura 7 è stata elaborata con l’algoritmo ERM4 che analizza le coppie di epicentri che hanno uno scarto di longitudine o latitudine inferiore o uguale a ∆l per localizzare gli epicentri dinamici e la loro migrazione nel tempo.
La procedura di calcolo prevede che, per ciascuna coppia, si deduce se esiste una interazione tra i due terremoti basandosi su un principio di “vicinanza”  spaziale.
Le figura 7a e 7b mostrano un addensamento principale (cluster A) di eventi registrati per lo più nel 2008 e la localizzazione degli epicentri dinamici previsti il giorno 24 aprile 2015 (errore massimo sul valore della longitudine è stato del 9.6%). Le figure 7c e 7d mostrano  la successiva migrazione degli epicentri verso sud-est lungo una stretta zona condotto che  termina vicino l’epicentro del mainshock del 25 aprile del 2015.
La figura 7d rappresenta la distribuzione delle coppie di epicentri registrati nel periodo gennaio 1934-aprile 2015. I diversi raggruppamenti temporali di coppie di epicentri presentano distribuzioni relativamente ampie, ma strettamente orientate nelle direzioni N-S e WNW-ESE lungo le quali sono avvenute le fasi di rilascio di energia e di assestamento di breve-medio periodo.

Figura 7. Schema di migrazione degli epicentri dinamici nel periodo gennaio 1934-aprile 2015. Con i cerchi di colore verde e magenta sono indicati gli epicentri dinamici calcolati dall’algoritmo ERM4.




Le analisi sono state eseguite con il software sperimentale ”Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
Tutte le parti del blog sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA 
















martedì 7 aprile 2015

SEQUENZE SISMICHE DELL'OKLAHOMA,TEXAS E NORD DAKOTA-MONTANA ORIETALE

RIASSUNTO

La parte interna degli Stati Uniti è stata caratterizzata per molti anni da una bassa sismicità. I terremoti più energetici, di cui uno di magnitudo momento 5,7 Mw, sono stati registrati nello stato dell’Oklahoma nel 2011 in coincidenza con l’aumento del volume di fluido iniettato nel sottosuolo relativo alla produzione di idrocarburi non convenzionali.
In questo studio sono confrontate le sequenze sismiche degli stati dell’Oklahoma, del Texas e del Nord Dakota-Montana orientale dove sono attivi numerosi pozzi di iniezione di acque reflue, che però stanno influenzando l’attività sismica in modo diverso.
Attraverso l’analisi della struttura evolutiva delle sequenze sismiche si evidenzia come nella sequenza dell’Oklahoma, il punto di attivazione della fase cosismica, si è generato nel mese di settembre del 2011, mentre in quella del Texas nel gennaio 2015 e non è presente in quella del Nord Dakota-Montana orientale.
Anche l’indicatore di forza cumulato mostra un progressivo rafforzamento della sequenza dell’Oklahoma dal 2009 in poi, mentre quello del Txas si è rafforzato nel corso del  2012 e quello del Nord Dakota-Montana è rimasto costante su valori prossimi alla linea dello zero.
I risultati ottenuti evidenziano per la sequenza dell’Oklahoma un ritardo tra l’insorgenza del punto di attivazione e  l'inizio degli aumenti di produzione di idrocarburi non convenzionali, che suggerisce un collegamento tra queste ultime e i terremoti più energetici avvenuti nel 2011.

1 INTRODUZIONE

Nel settore occidentale degli Stati Uniti ad est delle Montagne Rocciose, i terremoti sono più numerosi, mentre la maggior parte dell'enorme regione tra le Montagne Rocciose e l'Atlantico è stata caratterizzata per molti anni da una bassa attività sismica.
Tuttavia, i terremoti del settore centro-orientale degli Stati Uniti, anche se sono meno frequenti rispetto a quelli occidentali, sono in genere sentiti su una regione molto più ampia.
Nella zona dello stato dell’Oklahoma dal 2010 si è avuto un notevole aumento del numero di terremoti di magnitudo maggiore di 3 M, mentre il vicino Texas ed il Nord Dakota-Montana orientale sono rimasti sismicamente più tranquilli.
In un rapporto l’US Geological Survey (USGS) ha suggerito un collegamento tra l’aumento dell’attività sismica con attività di re-iniezione di acque reflue attraverso pozzi in formazioni geologiche profonde ed alle variazioni dei metodi di estrazione e di produzione di petrolio e gas.
In particolare, l'iniezione di acqua attraverso pozzi può aumentare le pressioni dei pori, cambiare lo stress sulle faglie esistenti e causare della sismicità indotta o innescare forti terremoti.  
Non si può mai dimostrare al 100% che alcuni terremoti forti sono causati dalle attività dell’uomo, ma è abbastanza controverso quello che è accaduto in Oklahoma negli ultimi anni, rispetto al vicino Texas e Nord Dakota-Montana orientale dove sono attivi numerosi pozzi di re-iniezione di acque reflue nel sottosuolo, ma che al contrario, stanno riportando poco attività sismica.
Finora, la maggior parte dei terremoti associati ad iniezione di acque reflue negli stati del Texas e del Nord Dakota-Montana orientale sono stati di piccola magnitudo (<4,8  M), ma non si escludono, in futuro, eventi più energetici.   
Per questo motivo è necessaria la conoscenza di tutte le faglie presenti nel sottosuolo, quali sono le loro dimensioni, come sono orientate e se i piccoli cambiamenti “statici” di stress prodotti dalla scosse di bassa magnitudo sono  sufficienti per innescare un terremoto forte.

Figura 1. Sismicità degli Stati Uniti. (Fonte: US Geological Survey, 2013).
















2 PRODUZIONE DI PETROLIO E GAS NATURALE

Gli Stati Uniti sono oggi il più grande produttore di petrolio e gas al mondo.
Ciò è dovuto al forte aumento di perforazioni orizzontali e fratturazione idraulica  in  formazioni con permeabilità molto bassa, che ha comportato aumenti record di produzione di petrolio e gas naturale.
Dal 2008 al 2014, la produzione di petrolio da sola è aumentata a 173%, raggiungendo un livello di produzione statunitense complessiva di 8,65 milioni di barili al giorno nel 2014.
Nello stato dell’Oklahoma, nel periodo 2008-2014, la produzione di petrolio greggio è aumentata da 184.000 a  346.000 barili/giorno (ultimi dati disponibili da parte dell'U.S Energy Information Agency), il Texas ha visto aumentare la produzione da 1.109.000.749 a 3.159.000 di barili/giorno sempre nello stesso periodo di tempo (figura 2), mentre nel Nord Dakota da 172.000.749 a 1.087.000 barili/giorno.

Figura 2. Produzione di petrolio greggio. (Fonte: US Energy Information Administration).
















Le risorse e la produzione di idrocarburi non convenzionali  si trovano in molte regioni degli Stati Uniti, ma le sette aree più produttive, sono ubicate nella parte centro-orientale degli Stati Uniti. Queste sette regioni hanno rappresentato il 95% della crescita della produzione nazionale di petrolio e tutta la crescita della produzione di gas naturale  durante il 2011-2014 (figura 3).
Tre di queste sette aree ricadono nello stato del Texas: Permian, Eagle Ford e Haynesville con la regione di Permian che ha il record del numero di pozzi attivi ed anche la maggiore produzione di idrocarburi, mentre nello stato dell’Oklahoma le risorse e la produzione di idrocarburi non convenzionali, molto inferiori a quelle del Texas, si trovano concentrate nella regione di Woodford.

Figura 3. Ubicazione delle aree più produttive di idrocarburi non convenzionali. (Fonte: US Energy Information Administration).













Dai dati dell'U.S Energy Information Agency, emerge che la produzione di idrocarburi è aumentata per effetto della perforazione e il completamento di nuovi pozzi, mentre quella di pozzi esistenti è diminuita in breve tempo. Per mantenere alta la produzione è stato necessario perforare e mettere in produzione nuovi pozzi. Nel contempo, la fratturazione idraulica o fracking, ha portato ad un aumento del numero di pozzi necessari per smaltire l'acqua utilizzata nel processo di perforazione.
Nelle tabelle 1 e 2 (rapporto Drilling Productivity, IAE) sono riportati i dati più recenti sul numero totale di pozzi in produzione per regione, con le stime di produttività, i cambiamenti previsti nella produzione di petrolio e di gas naturale nei pozzi esistenti e i cambiamenti stimati del numero di pozzi e della produzione di petrolio e gas naturale per le sette regioni. 

Tabella 1. Numero di pozzi in produzione per regione. (Fonte: US Energy Information Administration).












Tabella 2. Produzione di idrocarburi per regione. (Fonte: US Energy Information Administration).













3 LE FAGLIE

Sul settore occidentale degli Stati Uniti, sul confine delle placche tettoniche, le faglie responsabili di un terremoto possono essere identificate facilmente. Al contrario avviene ad est delle Montagne Rocciose dove il vasto territorio lontano dal confine tra le placche, è attraversato da faglie note, ma anche da numerose faglie sepolte non conosciute. Di conseguenza, alcuni terremoti ad est delle Montagne Rocciose possono essere collegati a faglie note, ma è difficile determinare se la faglia è ancora attiva e potrebbe scorrere causando un forte terremoto. Nella maggior parte delle zone ad est delle Montagne Rocciose, la migliore guida per valutare la pericolosità sismica sono i terremoti stessi ed il loro andamento nel tempo e nello spazio.

3.1 Faglie dell’Oklahoma

Nel centro-sud Oklahoma, a circa 100 km a sud ovest di Oklahoma City, l’unica faglia identificata  con evidenza di almeno tre terremoti superficiali negli ultimi 3000 anni è la Meeer Fault. 
A NE  di Oklahoma City, la figura 4 mostra la posizione della faglia trascorrente Wilzetta che fa parte di una serie di piccole faglie formatesi circa 300 milioni anni fa alle quali è associato il sollevamento Nemaha.
La faglia Wilzetta è responsabile del terremoto del 6 novembre del 2011 di magnitudo 5.7 Mw.
In prossimità di Oklahoma City  a pochi chilometri sotto la superficie, è presente la faglia Nemaha che fa parte di un sistema di faglie compressionali che partendo dal settore sud est di Oklahoma City si estende a nord attraverso il Kansas fino a Lincoln (Nebraska).
Nella carta del rischio sismico (figura 6) il settore centro meridionale dell’Oklamoma presenta un rischio medio elevato.

Figura 4. Ubicazione delle faglie dell’Oklahoma.















3.2 Faglie del Texas

La zona di faglia Balcones è un sistema strutturale principalmente costituito da numerose faglie normali e trascorrenti, graben ed horst ,che si estende dalla città di Del Rio nella parte sud-ovest dello stato, verso nord.
In parallelo alla zona Balconess si estende da nord a sud, la zona di faglia LMT (Luling Fault Z, Mexia Fault Zone e Talco Fault Zone) caratterizzata da faglie normali del Cretaceo e del terziario, comunemente con rigetti di oltre 100 metri (160 m Austın).
Nella maggior parte delle due strutture, il trend delle faglie è quasi parallelo alla attuale linea di costa del Golfo del Messico.
Sulla mappa del rischio sismico degli Stati Uniti, le zone di faglia Balcones  e LMT si trovano in una zona a basso rischio sismico.

Figura 5. Zone di faglia estensionale (Balcones-Luling-Mexia-Talco).




















3.3 Faglie del Nord Dakota-Montana orientale

La maggior parte dei terremoti che hanno origine in Nord Dakota-Montana orientale sono probabilmente legati a strutture profonde del Precambriano. Di recente sono state individuate due faglie la Tabbernor Fault e la Thompson Boundary Fault in Nord Dakota che però potrebbero produrre terremoti di piccola magnitudo.
Nella carta del rischio sismico, il Nord Dakota-Montana orientale presenta un basso rischio sismico.

Figura 6. Mappa del rischio sismico degli Stati Uniti. (Fonte: US Geological Survey,2014).













4. SISMICITÀ
4.1 Sequenza sismica dell’Oklahoma

Dal 1974 al 2008, l’US Geological Service (USGS) ha registrato circa 2-6 terremoti all'anno in Oklahoma, sparsi ampiamente su tutta la parte centro-orientale dello stato.
Dal 2009 l’attività sismica è cominciata ad aumentare. Terremoti abbastanza energetici sono stati registrati in più cluster a nord-est e ad est di Oklahoma City nonchè a sud-ovest della città di Tulsa.
Nel grafico della figura 7 è riportato l’andamento temporale dei terremoti registrati dal 1994 al 2014, da cui non si notano le tipiche fluttuazioni “organizzate” dei tassi di sismicità naturale.
Al contrario mostra un tasso di sismicità molto basso dal 1974 al 2008 (in tutto sono stati registrati 178 terremoti) ed un successivo graduale aumento del numero di terremoti con un picco nel 2014. 

Figura 7. Andamento temporale dei terremoti registrati dal 1974 al 2014.












4.2 Fase di preparazione del terremoto del 2011

La sequenza di breve-medio periodo riportata nella figura 8, mostra un andamento dei valori massimi di magnitudo dal 16 dicembre del 1974 al 6 novembre del 2011.
Si nota un forte terremoto di magnitudo 5,7 Mw con ipocentro a 5.2 km di profondità, preceduto da un foreshock di magnitudo 4,8 Mw registrato ad una profondità ipocentrale a 3,1 km.
I due terremoti piu energetici, verificatisi il ​​5 e il 6 novembre del 2011 in una regione situata a circa 50 km a est di Oklahoma City,  sono stati causati da uno slittamento lungo la faglia Wilzetta.
Prima del terremoto di magnitudo 5,7 Mw del 2011, il più grande evento sismico della storia di Oklahoma è stato di magnitudo 5,5 M, accaduto nel 1952 vicino alla città El Reno.
Osservando il grafico si può notare come dal 2010, la magnitudo delle scosse più energetiche ed il numero di scosse sono aumentati nel tempo, mentre il periodo di accadimento tra due scosse più energetiche è diminuito.
Le profondità ipocentrali nello stesso periodo mostrano una diminuzione e un maggior numero di eventi con profondità ipocentrali inferiori a 5 km (figura 9).
La sequenza di immediato periodo è cominciata con un foreshock di magnitudo 4,8 Mw registrato il 5 novembre,  al quale sono seguite 9 repliche con epicentro nella parte NE di quello del foreshock ed un mainshock di magnitudo 5,7 Mw.
I meccanismi focali del foreshock e del mainshock sono simili e mostrano un movimento trascorrente, (coerente con la faglia trascorrente Wilzetta), con il lato nord-ovest della faglia in movimento a destra (NNE) rispetto al lato sud-est.

Figura 8. Andamento temporale dei valori di magnitudo dei  terremoti registrati dal 1994 al 2014.










Figura 9. Andamento temporale delle profondità ipocentrali dei  terremoti registrati dal 1994 al 2014.









4.3 Fase di assestameto

Il  terremoto di magnitudo 5,7 Mw è stato seguito da una fase di assestamento composta da pochi aftershock di cui uno di magnitudo 4,8 Mw avvenuto l’8 novembre del 2011.
Gli epicentri delle repliche mostrano una distribuzione spaziale secondo un allineamento diretto NE-SW (si allineano con i pozzi di iniezione presenti nella zona e in modo opposto al movimento della faglia).
La sismicità è stata più intensa durante le prime 24 ore (22 scosse registrate), ma è continuata poco sopra il livello di fondo solo il 7 novembre (8 scosse registrate), per poi proseguire su valori giornalieri pre-mainshock (≤di 8 scosse al giorno) fino al 12 aprile del 2013. 

Figura 10. Andamento temporale dei valori di magnitudo e delle profondità ipocentrali durante la fase di assestamento.



















Figura 11. Sismicità dell’Oklahoma. (Fonte: US Geological Survey, 2015).













Figura 12. Fase di rilascio di energia del 2011. La freccia rossa indica la direzione di sviluppo della fase di rilascio di energia. (Fonte: US Geological Survey, 2015).










4.4 Sequenza del Texas

I terremoti nel Texas sono storicamente rari, ma nel 2008 è iniziata una sequenza di terremoti nella zona di Dallas-Fort Worth dove le imprese energetiche hanno iniziato operazioni di fracking.
Più di 269 terremoti sono stati registrati nel corso di un periodo di sei anni, tutti vicini ai pozzi di iniezione di acque reflue.
Il grafico della figura 13 mostra i terremoti di magnitudo ≥2,0 che si sono verificati in Texas dal 1975 al 2014.
Si può notare come il periodo 1975-2007 sia stato relativamente tranquillo, mentre dal 2008 il numero di eventi registrati è aumentato in modo netto.
Il record annuale di terremoti registrati si è avuto nel 2011 con 72 eventi. Il tasso medio anno di terremoti dal 1975 al 2008 è stato di tre terremoti di magnitudo ≥2,0  di cui 18 di magnitudo ≥4.0 , mentre il più energetico è stato di 5,7 Mw registrato il 14 aprile del 1995 (prima dell’inizio delle attività di fracking).

Figura 13. Andamento temporale dei terremoti registrati dal 1975 al 2014.












L’andamento dei valori di magnitudo dal 1931 al 2014 riportato nella figura 14, mostra un evento di magnitudo 6,5 Mw registrato  il 16 agosto del 1931.
In termini di importanza, questo è stato il più grande terremoto naturale che si è verificato in Texas nel periodo analizzato.
Successivamente, il grafico mostra un terzo evento energetico di magnitudo 5,7 Mw registrato il 14 aprile del 1995 che può essere considerato un aftershock di lungo priodo.
Dal 2009 la sequenza sismica evidenzia un chiaro aumento di velocità di sviluppo con valori di magnitudo che nel 2011 hanno segnato un primo massimo di 4,8 Mw e un secondo dello stesso valore nel 2012.
In seguito, la sequenza mostra una diminuzione progressiva dei valori di magnitudo  tuttora in atto.
L’andamento temporale degli ipocentri mostra una distribuzione irregolare attorno alla profondità di 5 km con una maggiore concentrazione di terremoti superficiali (≤ 5 km) tra il 2013 e il 2014 in corrispndenza anche di valori di magnitudo più bassi.

Figura 14. Andamento temporale dei valori di magnitudo e delle profondità ipocentrali.






















Figura 15. Mappa della sismicità del Texas - dal 1973 al 31 gennaio 2015 (Fonte: US Geological Survey, 2015).














4.5 Sequenza del Nord Dakota-Montana Orientale

Il grafico del numero di eventi annuo registrati mostra un periodo tranquillo che va dal 1972 al 2012 con un totale di 15 terremoti. In seguito, il numero di eventi aumenta raggiungendo 8 eventi nel 2013 e 15 nel 2104.
Il grafico dei valori di magnitudo evidenzia una bassa sismicità caratterizzata da un sisma di magnitudo 4,3 Mb registrato il 18 agosto del 1982, seguito da eventi di magnitudo decrescente fino al 2014.
Il grafico delle profondità ipocentrali mostra un maggior numero di terremoti superficiali dal 2013 in poi,  rispetto al periodo precedente, che potrebbe essere collegato con la fratturazione idraulica condotta a pochi chilomentri sotto la superficie.
I terremoti si sono verificati soprattutto nella parte orientale dello stato del Montana orientale ed occidentale dello stato del Nord Dakota.

Figura 16. Andamento temporale dei terremoti registrati dal 1975 al 2014. 











Figura 17. Andamento temporale dei valori di magnitudo e delle profondità ipocentrali.


















Figura 18. Mappa della sismicità del Nord Dakota-Montana. (Fonte: US Geological Survey, 1973-2015).









Figura 19. Mappa dei pozzi di idrocarburi (Fonte: US Energy Information Administration).
































5 INDICATORE DI FORZA DELLA SEQUENZA SISMICA

L’indicatore di forza cumulato (IFS) si concentra su tre tipi d’informazioni sismiche: valori della magnitudo, misura della variazione della magnitudo e numero di eventi per  misurare la reale forza della sequenza.
Un indicatore che oscilla attorno alla linea dello zero significa che il numero dei terremoti è in calo o un gran numero di terremoti non è riuscito a spostare i valori della magnitudo, mentre un indicatore di forza positivo indica una sequenza sismica attiva.
La figura 20 mostra l’IFS cumulato della sequenza sismica dell’Oklahoma relativo al periodo compreso tra il 1974 e il 2011.
Come si può notare, l’indicatore è rimasto positivo durante l'intero periodo analizzato. Il dettaglio evidenzia un progressivo rafforzamento della sequenza, abbastanza evidente tra il 27 agosto del 2009 e il 22 marzo del 2010 e durante il terremoto del 6 novembre del 2011. Successivamente  l’indicatore di forza cumulato si è portato sotto il valore massimo raggiunto nel 2010.
Il grafico dell’indicatore di forza della sequenza del Texas mostra nella parte iniziale, valori oscillanti in prossimità della linea dello zero e un picco in coincidenza del terremoto del 14 aprile del 1995 di magnitudo 5.7 Mw.
Successivamente,  l’indicatore di forza è oscillato intorno a valori di 25-30 per poi scendere fino a raggiungere un valore di 15 il 23 dicembre 2012. Da questa data in poi, l’indicatore di forza ha iniziato a salire raggiungendo nel 2015 un valore di 30.
Infine il grafico dell’indicatore di forza del Nord Dakota-Montana orientale mostra valori oscillanti sulla linea dello zero.
Complessivamente i grafici dell’indicatore di forza dell’Oklahoma e del Texas mostrano aumenti dei valori dell’indicatore di forza in corrispondenza della crescita della produzione di idrocarburi.

Figura 20. Indicatore di forza della sequenza sismica dell’Oklahoma.
















Figura 21. Indicatore di forza della sequenza sismica del Texas.















Figura 22. Indicatore di forza della sequenza sismica del Nord Dakota-Montana.

















5. BOMBE SISMICHE DELL’OKLAHOMA E DEL TEXAS

Il metodo utilizzato per individuare una bomba sismica rappresenta un approccio di analisi alla previsione dei terremoti totalmente diverso da quelli conosciuti, avendo il pregio di considerare la struttura della sequenza sismica non più solo come un’oscillazione dei valori di mangnitudo, quanto come una successione di stadi evolutivi che precedono un terremoto medio-forte (fase di preparazione del terremoto).
È interessante notare che i risultati di questo nuovo approccio non sono in accordo con la visione classica della teoria del rimbalzo elastico (Reid, 1910), la quale prevede il ciclo sismico composto da due fasi. La fase intersismica, durante la quale la deformazione elastica si accumula lentamente nel tempo a causa del movimento relativo delle placche adiacenti, e la fase sismica, durante la quale la deformazione elastica accumulata nel mezzo delle placche viene rilasciata bruscamente in corrispondenza del massimo carico tettonico locale (non è preso in considerazionel’effetto dell’eterogeneità della superficie di scivolamento). Mentre la fase intersismica può durare molti anni, la durata della fase sismica è di pochi secondi o decine di secondi.
Inoltre, la  teoria del rimbalzo elastico di Reid implica che lo stress regionale dovrebbe aumentare nell'intervallo di tempo tra due  terremoti caratteristici e che il tempo di ricorrenza è perfettamente periodico.
Lo schema della bomba sismica del terremoto dell’Oklahoma del 6 novembre del 2011, riportato  nella figura 23, mostra una fase di accumulo di energia (fase intersismica), composta da quattro step evolutivi che hanno interessato più strutture sismogenetiche.
Il punto di attivazione della bomba (fase presismica) che segna il passaggio dalla fase di accumulo a quella di rilascio di energia, si indiviadua nel mese di settembre del 2011.
La fase di rilascio di energia che la segue è composta dal foreshock di magnitudo 4,8 Mw registrato il 5 novembre del 2011 e dal mainshock di mangitudo 5,7 Mw avvenuto il 6 novembre del 2011.
Sia il foreshock che il mainshock sono stati preceduti da pre-segnali di immediato periodo generati da piccole scosse con epicentro in prossimità delle due scosse più energetiche (figura 24).
L’andamento temporale-spaziale degli epicentri del mainshock e delle scosse di assestamento ha una direzione opposta a quella di movimento della faglia Wilzetta.
La bomba del Texas presenta uno schema in cui si notano i cinque step evolutivi ed il punto d’innesco individuato nel mese di gennaio del 2015, mentre la fase di rilascio di energia non è ancora iniziata. Infine, nella sequenza sismica del Nord Dakota-Montana orientale non è presente nessuna bomba sismica. 

Figura 23. Schema della bomba sismica del terremoto dell’Oklahoma del 6 novembre  del 2011. (Fonte: US Geological Survey, 2015).









Figura 24. Ubicazione degli elementi principali della bomba sismica del terremoto dell’Oklahoma del 6 novembre  del 2011. (Fonte: US Geological Survey, 2015).














Figura 25. Schema della bomba sismica del Texas. (Fonte: US Geological Survey, 2015).








Figura 26. Ubicazione degli elementi principali della bomba sismica del Texas. (Fonte: US Geological Survey, 2015).





















CONCLUSIONI

L’importante aumento dell’attività sismica registrata in Oklahoma dal 2008 in poi, suggerisce che vi può essere una correlazione nel tempo e nello spazio tra i terremoti  più energetici registrati nel 2011 e le attività di fratturazione idraulica e di re-iniezione di acque reflue attraverso pozzi in formazioni geologiche profonde.
In Oklahoma, sotto la superficie, ci sono faglie conosciute e nascoste di diverse dimensioni aventi orientazioni favorevoli rispetto a stress tettonico che possono arrivare a condizioni di rottura con la possibilità di accadimento di un terremoto di magnitudo 5,5 o maggiore.
I dati sulla sismicità storica dell’Oklahoma evidenziano un terremoto di magnitudo 7,0 accaduto 1300 anni fa che fa ipotizzare che quanto è successo in passato si sia ripetuto il 6 novembre del 2011 (terremoto di magnitudo 5,7 Mw).
L’esame dei criteri che devono essere soddisfatti per stabilire se un terremoto sia stato attivato da attività antropiche, suggerisce che vi è un buon grado di certezza che i  terremoti più energetici registrati in Oklahoma nel 2011,siano stati attivati dall’attività di fracking e dalla re-iniezione di acque reflue a grandi profondità.

In particolare:

1. l’Oklahoma, anche se non ha una lunga storia di monitoraggio, mostra prima del 2010 una bassa sismicità rispetto al periodo successivo;
2. è evidente una forte correlazione nel tempo e nello spazio tra i terremoti registrati e le attività antropiche;
3. emerge che quasi tutti i terremoti hanno epicentri a meno di 5 km dai pozzi di iniezione delle acque reflue e la maggior parte si sono verificati in prossimità delle profondità di iniezione;
4. ci sono numerose faglie capaci di accumulare stress e generare terremoti forti;
5. la fase di rilascio di energia (punto d’innesco) si è attivata nel mese di settembre del 2011, in coincidenza con l’incremento dell’attività di fracking e non prima del 2009 (periodo di bassa sismicità naturale);
6. la fase di rilascio di energia  presenta una struttura ascendente (earthquake progressive) composta di terremoti di magnitudo crescente che spesso è connessa con  le attività antropiche;
7. le profondità ipocentrali diminuiscono poco prima del mainshock;
8. il tasso di sismicità è aumentato durante la fase di rilascio di energia.

In sintesi, la geometria delle faglie, le tensioni dovute alle piccole scosse indotte dalle attività antropiche, il trasferimento di stress da altre zone sismiche, la pressione e la velocità di iniezione hanno svolto sicuramente un ruolo importante nel processo di rottura.
Dall’analisi della sismicità eseguita attraverso la struttura delle bombe sismiche è emerso che in Oklahoma ci sono faglie che in passato si sono mosse e che nel  mese di settembre del 2011 erano prossime alla rottura come confermato dai terremoti avvenuti il 5 e il 6 novembre del 2011.
Nel Texas e nel Nord Dakota-Montana dove le attività antropiche sono state più sostenute, non si sono attivati terremoti forti solo perchè sono aree geologicamente un pò più stabili dell’Oklahoma (ovviamente non sono aree asismiche) e, pertanto, la probabilità che la re-iniezione delle acque reflue inneschi terremoti forti, è minore rispetto agli altri stati.
Tuttavia, la sequenza sismica del Texas presenta una struttura evolutiva che non esclude la possibilità di accadimento di un terremoto forte in futuro (>4,6 M) come c’è anche qualche possibilità che un terremoto più forte di quello del 2011 possa accadere in Oklahoma per il perdurare delle sollecitazioni indotte dalle attività antropiche.



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