mercoledì 13 giugno 2012

ANALISI DELLA SEQUENZA SISMICA DELLA CALIFORNIA DEL SUD

ANALISI DELLA SEQUENZA SISMICA DELLA CALIFORNIA DEL SUD

Prima del terremoto di Larders del 28 giugno 1992 di magnitudo 7,3 Mw,  la serie temporale dei valori della magnitudo presenta un quadro tecnico positivo.
Dopo il terremoto si è avuta un'amplissima fase d'assestamento (durata fino al 2006), caratterizzata da aftershocks d'ordine decrescente.
Dall’inizio del 2006 la sequenza sismica ha iniziato a rinforzarsi fino al sisma del Mexico del 4 aprile 2010 di magnitudo 7,2 Mw.
Questo sisma può essere classificato come un foreshock intermedio di un ciclo di medio termine in quanto si colloca in prima posizione dopo la fase d'assestamento che ha seguito la scossa del 2 giugno 1992.
In genere ad un  foreshock cos’ì posizionato non seguono altri foreshocks di magnitudo più elevata ma  un evento sismico importante.
Il dettaglio evidenzia nella parte finale della sequenza sismica una breve fase d'assestamento dopo il terremoto del 4 aprile 2010 ed un segnale d'attenzione che si è attivato nel mese di maggio 2012.
Sulla sequenza sismica, aggiornata al 12 giugno 2012, non sono state individuate anomalie sismiche nelle finestre temporali di medio.
Per l'analisi di medio-lungo periodo è stata utilizzata  la serie mensile dei valori della magnitudo.
Nella figura 1 sono riportati i valori della magnitudo del futuro “Big-One” calcolati dagli algoritmi EPTM1-EPTM2 ed EPTM3.
Sul grafico in figura 3 sono riportate le tre onde calcolate dall’algoritmo (linee di colore blu, verde e magenta).
Una procedura analoga (con più onde)  è utilizzata per individuare i segnali d'attenzione riportati sul grafico della figura 2.

Considerazioni sui segnali

I segnali si attivano quando le onde s’avvicinamento.
La decodifica dei segnali precursori avviene attraverso alcune considerazioni che possono indicare l’approssimarsi di un forte terremoto in una certa zona.

Ad esempio:

-          un terremoto può generare altri sismi seguendo regole predeterminate;
-          le piccole scosse tendono a raggrupparsi nel tempo e formare microstutture ed  onde premonitrici sempre di maggiore ampiezza;
-          l’ampiezza dell’ultima onda (la magnitudo del sisma futuro) dipende dall’ampiezza delle onde premonitrici;
-          il monitoraggio delle piccole scosse consente di verificare se il segnale premonitore continua o sta cessando;
-          le scosse che seguono il segnale forniscono le informazioni per calcolare l’epicentro, ipocentro ed il valore dell’evento futuro.





































Figura 1 - Calcolo della magnitudo del "Big-One".








Figura 2 - Segnali d'attenzione ottenuti con l'utilizzo di più onde "caratteristiche" della sequenza.







Figura 3 - Segnali d'attenzione ottenuti con l'utilizzo di tre onde "caratteristiche" della sequenza.






























































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