sabato 28 luglio 2012

SEQUENZA SISMICA DELLA PIANURA PADANA EMILIANA 07/2012

Tra il 17 e venerdì 27 luglio, le aree interessate dagli eventi del 20 e 29 maggio 2012 sono state temporaneamente influenzate positivamente (bassa attività sismica) dalla microstruttura del tipo “2Ma” che continuerà a farsi sentire anche nei prossimi giorni.
Vediamo, nei dettagli, l’evoluzione della sequenza nel breve e medio periodo (fig. 1), in base alle elaborazioni dei modelli EPTR.
La bassa attività sismica è destinata a continuare proponendo scosse inferiori a 3 M con punte fino a 3,4-3,7 M nel breve e medio periodo.
Sulla parte terminale della sequenza non sono presenti anomalie sismiche o microstrutture con implicazioni negative, l’indicatore di forza della sequenza mostra valori abbondantemente sotto la linea dello zero (fig.2).
Il conteggio del numero d'eventi della fase d’assestamento evidenzia l’assenza di una scossa di magnitudo 3,4-3,7 M nella struttura complessiva della sequenza sismica, il cui accadimento è da considerarsi del tutto normale. 
Sulla figura 3 (carta delle fratture), sono riportate le aree (perimetrate con linee di colore rosso) dove nel lungo periodo esiste la probabilità di avere scosse di media e forte magnitudo.
Il settore settentrionale è quello a rischio più elevato, con possibilità di scosse maggiori di 4,3M.

In sintesi: sulla base dei dati disponibili, in questo momento non sono possibili scosse di forte magnitudo nelle aree interessate dai sismi del 20 e 29 maggio.

Il prossimo aggiornamento sulla struttura della sequenza sismica e sulla sua evoluzione nel lungo periodo (riferita a tutta la Pianura Padana) sarà pubblicato dopo l’accadimento di una scossa di magnitudo 3,4-3,7 M.

Per la chiusura ufficiale della sequenza si rimanda al rapporto finale degli enti istituzionali.

Le analisi sulla sequenza sismica sono state eseguite con il modello sperimentale EPTR in fase di completamento e di verifica.




























Figura 1- Serie temporale dei valori di magnitudo.

Figura 2 - Indicatore di forza della sequenza sismica.




































Figura 3 - Carta delle fratture e delle aree dove nel lungo periodo esiste la probabilità di avere scosse di media e forte magnitudo.





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