La previsione dei terremoti nel senso deterministica, cioè determinare il posto, il tempo e la magnitudo non è impossibile basta decodificare i segnali sismici.
Il segnale dovuto alla rottura della roccia non è mai un’anomalia precorritrice isolata, ma di solito presenta un pacco di varie microstrutture fluttuanti nella loro ampiezza e durata.
Un modello d'analisi accurato può essere molto utile ed innovativo ma se da una parte può fornire risultati rivoluzionari dall’altra parte presenta numerosi problemi.
Prima di tutto bisogna monitorare sistematicamente un dato quantificabile che è definito “fenomeno previsionale”.
In secondo luogo bisogna creare un modello quanto più accurato possibile, che possa indicare momento e magnitudo esatti dei terremoti.
Si vanno a prendere in considerazione a questo punto alcune microstrutture, dette “ripetitive” all’interno di un periodo quasi lungo, che è definito “finestra temporale”.
Infine bisogna prendere in considerazione gli indicatori che rappresentano quanta energia si sia scaricata nel tempo e sono molto utili per la previsione della magnitudo.
I modelli di previsione sviluppati sono applicabili ad altri precursori: composizione e torbidità delle sorgenti delle sorgenti, deformazioni del terreno, variazioni del campo mangetico terrestre, del livello dell'acqua nei pozzi, l'accumulo della tensione crostale.
Le osservazioni compiute hanno potuto appurare che all’interno di un andamento temporale dei precursori è possibile individuare delle "finestre temporali/microstrutture" entro le quali la probabilità che si verifichino forti terremoti è molto alta.
Le forme delle finestre temporali possono essere studiate come segnali premonitori delle scosse consentendo di prevedere i terremoti con giorni-settimane d'anticipo sulla base della formazione di microstruture e con l’analisi degli indicatori veloci.
La teoria è che le microstruture che si sviluppano prima di un terremoto principale contengono una serie d’informazioni che influenzano la formazione di microstrutture più complesse nelle quali è scritta la storia sismica della zona indagata.
Nell’analisi del grafico, occorre prestare attenzione a quali possono essere gli indizi per capire che qualcosa di grosso stia per avvenire.
La procedura d’analisi applicata ai precursori consente una valida decodifica dei segnali e la conoscenza, con una certa attendibilità, il livello che tali indicatori devono raggiungere per essere considerati premonitori e quindi di rivelare in anticipo l’intensità del terremoto e quando questo avverrà.
Intensità e la magnitudo del sisma sarebbero quindi possibili da prevedere, mentre la localizzazione della scossa resterebbe individuabile non in punto, ma in una zona la cui ampiezza varierà in funzione della dimensione dell’area analizzata.
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