giovedì 12 luglio 2012

SEQUENZA SISMICA DEL REGGIANO-PARMENSE 07/2012

Premessa

Analisi eseguita con il software sperimentale “PREVISIO”

Il modello dinamico, PREVISIO, utilizza dati sismici rilevati in una determinata area ed informazioni tettoniche, geologiche, radon, ecc.
Esegue elaborazioni di breve-medio e lungo periodo su qualsiasi territorio.
L'algoritmo include il calcolo della magnitudo attesa, la profondità ipocentrale, l’epicentro ed il tempo di accadimento.
Alcune procedure (ricerca del tempo di accadimento ed epicentro) sono in fase di miglioramento. 
Pertanto, fino a quando il programma non sarà ultimato e validato non saranno divulgate analisi prima dell’evento atteso.
La terminologia utilizzata nell’analisi della sequenza, per ovvi motivi, non è quella reale ed i grafici dell’andamento delle magnitudo e delle  profondità  ipocentrali  non sono quelli elaborati dal programma.
In particolare, gli assi di alcuni grafici presentano valori correlati alle procedure di calcolo utilizzate e le linee colorate rappresentano la sintesi grafica dei risultati forniti dall’algoritmo attivato durante l’analisi (non chiedetemi informazioni sulle procedure di calcolo).
In fondo alla relazione sono riportate alcune delle e-mail inviate ad un ricercatore  che si occupa di previsioni dei terremoti durante la fase terminale della sequenza.
Considerata la sismicità dell’area, ben descritta dalle carte delle pericolosità dell’INGV e le profondità ipocentrali interessate, non è stato dato grande peso al segnale di allertamento fornito dal modello.

Analisi della serie temporale dei valori di magnitudo

La sequenza sismica non mostra una correlazione di tipo tettonico certa.
Tuttavia, considerata la profondità e la posizione dei foreshoks e quella del mainshock, non si esclude l’esistenza di una correlazione a grande distanza tra strutture tra loro interconnesse.
Nel corso degli ultimi giorni di gennaio l’andamento dei valori di magnitudo si è notevolmente rafforzato.
I valori hanno superato la soglia dinamica d'allertamento di medio termine, sopra la quale si è sviluppato un interessante aumento dei valori di fondo con la formazione di una microsequenza “3OR” con implicazioni positive.
L’indicatore d'energia “ICA” di breve termine si è girato in positivo generando un segnale d’allertamento.
L'analisi dei principali indicatori tecnici mostra una fase di “ordine” prima della scossa del 25/01/12 di 4,9 M alla quale è seguita una nuova fase  di “up-R.E." di breve periodo con un conseguente aumento dei valori della magnitudo fino ad un  picco massimo di chiusura di 5,4 M.
Nella fase di “up-R.E." si è osservato un aumento della velocità e direzionalità, elementi tipici per ipotizzare un evento sismico forte, visto che fino al sisma di 4,9 M non era stato raggiunto il principale obbiettivo di medio periodo posto a 5,6 -5,7 M.
La decodifica della  microsequenza individuata nella parte  finale della serie temporale ha fornito uno schema “2MM”.
Il dettaglio evidenzia, due sismi  inseriti in una microsequenza sismica che impediscono la formazione di scosse di maggiore magnitudo.
In genere, questa micro sequenza ha implicazioni negative sulla sequenza sismica in atto, in termini sismici il numero delle scosse ed i valori della magnitudo diminuiscono rapidamente.





Serie temporale delle profondità ipocentrali

Le profondità ipocentrali si sono mosse per un lungo periodo all'interno del settore intermedio della sequenza “2O” e solo nella parte finale hanno interessato la parte alta “1O”.
Nella “2O” dal 22/11/12 (dati ISIDe) si nota ad un approfondimento nel tempo delle profondità ipocetrali con locali rotture più superficiali fino a 10-30 km di profondità.
La figura 1 “analisi delle profondità ipocentrali” mostra due valori possibili (vertici della spezzata di colore magenta): 1) 60 km circa, 2) 41 km circa.

Conclusioni

Il terremoto del Parmense era prevedibile dal punto di vista della sismicità storica dell’area, della Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale (pericolosità media)  e sulla base delle variazioni nel tempo dei valori di magnitudo (questi terremoti in parte profondi sono frequenti nell’area analizzata).
Tutti gli indicatori hanno fornito elementi di criticità qualche giorno prima dell’evento principale che andavano minimamente attenzionati considerata la sismicità dell’area dal 1983 al 2008 (tabella 1).



ANNO

MESE


GIORNO

MAGNITUDO

PROFONDITA’
km
1983
07
09
21
11
5,1 Ml
5,2 Ml
29
36
1987
04
05
24
08
4,8 Ml
5,2 Ml
32
10
1995
08
10
24
10
4,7 Ml
  5,3 Mw
34
10
1996
08
10
10
10
31
15
15
15
4,1Ml
   5,4 Mw
4,7 Ml
4,7 Ml
20
10
10
10
2003
08
08
31
14
3,2 Ml
  5,3 Mw
10
10
2008
01
01
01
11
03
03
03
23
4,8Ml
4,6 Ml
4,6 Ml
   5,4 Mw
3
5
6
28
2012
01
01
25
27
4,9Ml
5,4Ml
33,2
60,8




Tabella 1 -Terremoti dal 1973 al 2012 - Fonte dati: USGS-ISIDe




Figura 1 - Analisi delle profondità ipocentrali



Figura 2 - Analisi delle fratture






































E-MAIL DEL 27/01/2012  ORE 18,51

Come ti avevo anticipato il 25 gennaio, oggi si è raggiunto il massimo
possibile per zona esaminata.

Nella figura 2 allegata si può notare come l'indicatore di brevissimo ha
raggiunto il massimo (segnale di chiusura).
In alto, sul grafico delle magnitudo ho riportato la magnitudo calcolata con
il bilancio energetico (i tests effettuati forniscono risultati accettabili
solo per alcune sequenze sismiche).
Nella figura in fondo alla pagina sono riportati gli epicentri individuati
prima della scossa di 5,4.
La scossa odierna di M=5,4 è inserita nella parte finale di un ciclo di
lungo periodo ed ha formato una struttura di breve fortemente negativa (non
sono possibili scosse superiori a 5,4).

Saluti

Giulio Riga











































E-MAIL DEL 27/01/2012  ORE 20,34

Come ti ho  annunciato nella precedente e-mail, nella parte terminale della sequenza
analizzata si è formata una microsequenza (facilmente visibile ad occhio
nudo) che ha implicazioni negative sull'evoluzione futura della sequenza
(positive per le persone).
In genere, dopo questa microsequenza, i valori delle magnitudo tendono a
scendere seguendo le leggi di assestamento note.

Saluti

Giulio Riga


E-MAIL DEL 28/01/2012  ORE 18,51

Ti invio la sequenza delle profondità e la posizione degli epicentri.
Nella sequenza delle profondità si nota chiaramente una prima rottura
avvenuta il 22/11/2012 (si tratta di un'anomalia ben visibile rispetto
all'intera sequenza) ripresa nella scossa del 24/11/2012 con rottura finale
il 27/01/2012.
Per questo motivo nell'analisi della sequenza delle magnitudo ho utilizzato
un range maggiore delle profondità.
Nel grafico degli epicentri si nota uno spostamento verso sud-ovest tra la
prima e la seconda scossa  con un aumento della profondità ipocentrale.
Nella scossa finale si ha una rotazione verso Nord con un maggiore
approfondimento della rottura.


Saluti

Giulio Riga


E-MAIL DEL 30/01/2012  ORE 12,30

Quella microsequenza negativa indicata nella precedente e-mail ha
disattivato temporaneamente la sequenza in atto (forse troppo).

Saluti

Giulio Riga






































E-MAIL DEL 25/01/2012  ORE 19,10


Ti  invio questa elaborazione relativa al terremoto di oggi.

Su grafico sono indicati i segnali di medio termine relativi alle scosse
principali e gli epicentri individuati alla penultima scossa.

Gli indicatori hanno ancora spazio di crescita (occorre attendere le
prossime scosse per vedere se raggiungono il massimo).
Considerata la struttura di tutta la sequenza penso che a breve ci saranno
scosse di magnitudo inferiore a 4,9.
La magnitudo massima possibile in questa area è di 5,6-5,7 (alla data del
25-01-2012).



Saluti

Giulio Riga


Nessun commento:

Posta un commento