venerdì 7 ottobre 2016

TERREMOTI DELL’ITALIA E STRUTTURE RAMIFICATE

 ITALY EARTHQUAKES AND BRANCHING STRUCTURES

Gıulıo Riga e Paolo Balocchi

Sono state analizzate le strutture ramificate dei terremoti più forti presenti nella sequenza sismica mensile dell’Italia dal 1905 al 2016 costruita utilizzando l’evento di maggiore magnitudo registrato durante il mese.
Gli eventi utilizzati per questa analisi sono stati estratti dai cataloghi PDE-USGS dal 1905 al 1984 e ISIDE-INGV dal 1985 al 2016, fissando i range delle profondità ipocentrali  e dei valori della magnitudo in modo da ottenere una sequenza sismica con caratteristiche evolutive accettabili per l’analisi eseguita.
Nella figura 1 è riportata in modo grafico, la sintesi delle analisi   dei dati sismologici, relativi alla sequenza sismica dell’Italia dal 1905 ai giorni nostri, attraverso il metodo delle “strutture ramificate” (branching structures), dove è possibile ricavare delle informazioni sull’evoluzione spazio-temporale della sismicità osservata e fare considerazioni su quella futura.

I terremoti più energetici delle strutture ramificate individuate sono i seguenti:

1908 Terremoto della Sicilia
1976 Terremoto del Friuli
1980 Terremoto dell’Irpinia
1997 Terremoto dell’Umbria
2002 Terremoto di Palermo
2009 Terremoto de L’Aquila
2012 Terremoto dell’Emilia
2016 Terremoto di Amatrice

Dai dati di sismicità, è possibile individuare una prima struttura ramificata principale formatasi dopo il punto sorgente di Mw 7.2 del 28/12/1908,  caratterizzata da 5 stadi evolutivi che portano alla formazione del punto di innesco (TP) durante lo stadio di attivazione 1 (Trigger stage) e al segnale di allerta di Settembre 2008.
Tali stadi evolutivi rappresentano le fasi di accumulo di energia e di attivazione seguiti dalla fase di rilascio di energia di tipo “Progressive earthquakes” composta da due foreshoks e dal mainshock di Mw 6.1 de L’Aquila (06/04/2009).
I nodi dei rami sismici della struttura ramificata principale sono rappresentati da importanti eventi sismici: Irpinia, Ms 6.9 del 23/11/1980; Umbria, ML 5.8 del 26/09/1997; Palermo ML 5.6 del 06/09/2002.
All’interno di questa prima struttura evolutiva, sono presenti strutture minori dove i rami di ordine maggiore iniziano dai terremoti della Sicilia, Irpinia e Umbria (punti sorgente) i cui relativi TP  anticipano i forti terremoti collocati ai nodi della struttura ramificata principale.
Il terremoto de L’Aquila del 06/04/2009 ha determinato la formazione di una seconda e successiva struttura ramificata di 3° ordine, dove ai nodi dei rami sismici sono evidenziati dei terremoti importanti come quello dell’Emilia di Mw 5.8 del 20/06/2012.
La fase di accumulo di energia porta alla formazione di un TP e di un  segnale di allerta di breve periodo del Luglio 2016, che anticipano la fase di rilascio di energia di tipo “Progressive earthquakes” con il terremoto di Mw 6.0 di Amatrice del 24/08/2016.
Anche in questo caso, al suo interno è visibile una struttura ramificata di ordine minore, con il relativo TP che anticipa il terremoto dell’Emilia.
E’ evidente come i due segnali di attenzione di Settembre 2008 e quello di Luglio 2016 rappresentano il passaggio da una struttura ramificata e la successiva, definendo una relazione di continuità spazio-temporale tra l’accadimento dei diversi terremoti.
Inoltre si evidenzia come un ruolo importante lo gioca il terremoto de L’Aquila, che dall’analisi condotta con il metodo delle branching structures ha innescato il terremoto di Amatrice, probabilmente a causa della variazione dello stress di Coulomb.
Dall’analisi della sequenza sismica con il metodo adottato, è possibile ricavare informazioni sulla possibile evoluzione futura della sequenza.
Alla scala di osservazione (territorio nazionale), il terremoto di Amatrice rappresenta il punto sorgente di una struttura ramificata successiva di ordine minore ed anche un foreshock provvisorio che potrebbe portare allo sviluppo di un terremoto di magnitudo massima compresa tra Mw 7.0-7.5.
Tale range è ricavato dall’interpretazione grafica della struttura ramificata, utilizzando il ramo di 5° ordine.
 Figura 1 – Strutture ramificate dell’Italia.

Bibliografia

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Riga, G. and Balocchi, P. (2016) Short-Term Earthquake Forecast with the Seismic Sequence Hierarchization Method. Open Journal of Earthquake Research, 5, pp. 79-96. doi: 10.4236/ojer.2016.52006
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12 commenti:

  1. Buonasera, come mai il terremoto del 1915 di Avezzano non è ricompreso in questa struttura? Grazie

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  4. E' il terzo evento della sequenza sismica (6.7 Mw), ma non è il nodo di nessuna struttura ramificata.

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  5. Buonasera, come mai il terremoto del 1915 di Avezzano non è ricompreso in questa struttura? Grazie

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  6. Il terremoto di Avezzano è il terzo evento della sequenza sismica (6.7 Mw rappresentata nella figura. Non si nota perchè non è un nodo sismico di una struttura ramificata.

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  7. Buon giorno, scusi la mia domanda sicuramente sciocca, ma consideri che ho cominciato a leggere il suo blog da poco e ancora non riesco a capirci molto, è possibile stabilire anche dove avverrà il terremoto atteso di 7/7,5?

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  9. Attualmente l'area del mediterraneo è quella più pericolosa. All'interno di quest'area ci sono alcune sequenze sismiche dell'Italia meridionale che si trovano già in una fase di rilascio di energia (sequenze della Calabria e della Sicilia orientale). Nel tempo è possibile stabilire quale sarà la sequenza sismica che svilupperà un terremoto forte. Fuori dal nostro territorio nazionale c'è da seguire la sequenza della Turchia.

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  10. Grazie per la cortese risposta è per il suo lavoro. Buona serata.

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