mercoledì 4 marzo 2015

I CLUSTER DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO

I cluster sismici sono indicativi di strutture sismicamente attive i cui orientamenti possono essere stimati utilizzando il loro sviluppo temporale e spaziale.
Inoltre, quando i terremoti più energetici che si verificano in un cluster sono dei foreshock, è possibile l’accadimento di un forte terremoto la cui magnitudo sembra dipendere da quella del foreshock o dei foreshock, dalla loro posizione temporale all’interno del cluster.
Nella figura 1 sono indicati i cluster che si sono attivati nell’Appennino Tosco-Emiliano in epoche diverse in strutture che non hanno mostrato una forma predominante di attività sismica in passato.
In particolare, l’analisi delle informazioni sui raggruppamenti A e B, suggerisce un collegamento tra loro e probabilmente anche con gli altri.
Il cluster A che si sta sviluppando nella zona di Querciola-Gaggio Montano (BO) e che si è attivato il 15 febbraio del 2015, è costituito da 33 scosse di bassa magnitudo gran parte delle quali con ipocentro intorno ai 10 km (figura 2).
La sequenza temporale dei valori di magnitudo mostra due eventi di magnitudo 2.8 ML registrati rispettivamente il 24 e il 27 febbraio del 2015.
I valori di magnitudo tendono ad aumentare secondo la direzione SE-NW (figura 3), mentre la direzione di sviluppo del claster sembra essere collegata ad una struttura distensiva avente un orientamento SW-NE.
Il cluster B che si è sviluppato a Castiglione dei Pepoli-Monte Baducco (BO) è iniziato il 23 gennaio del 2015 a profondità ipocentrale di circa 10 km.
La sequenza dei valori di magnitudo, composta di 87 eventi (figura 4), mostra un foreshock di magnitudo 4.3 Mw, registrato il 23 gennaio del 2015-03-03, seguito da una fase di assestamento già completata.
La distribuzione spaziale dei valori di magnitudo riportata nella figura 5, mostra una direzione preferenziale SE-NW, mentre l’andamento temporale-spaziale degli epicentri, mostra una direzione di sviluppo del cluster NW-SE.
In sintesi, il cluster A potrebbe rappresentare un’attività adiacente al cluster B capace di produrre ulteriori sollecitazioni e forse anche la rottura dell’area previa accadimento di un foreshock di magnitudo 3.8-4.6 Mw.


 Figura 1. Ubicazione dei cluster
Figura 2. Andamento temporale dei valori di magnitudo e delle profondità ipocentrali del cluster "A".


























Figura 3. Distribuzione spaziale dei valori di magnitudo e spazio-temporale delle profondità ipocentrali del cluster "A".
























Figura 4. Andamento temporale dei valori di magnitudo e delle profondità ipocentrali del cluster "B".

























Figura 5. Distribuzione spaziale dei valori di magnitudo e spazio-temporale delle profondità ipocentrali del cluster "B".

3 commenti:

  1. Buongiorno Giulio,
    grazie del post e delle informazioni che sono molto interessanti, anche io però da non esperto sto analizzando e monitorando il cluster di Gaggio Montano ( zona A).
    Ad oggi rimane l'unico cluster dei tre ancora in essere ed infatti come hai evidenziato non si esclude un forshock. La magnitudo dello sciame è in aumento, c'è stato anche un 3.1 pochi giorni fà ed ho notato come dopo due giorni di assenza di scosse l'energia si è caricata.
    Tra l'altro come descritto bene da il professor Mucciarelli nel suo blog le profondità di questo sciame sono costanti a tutti i livelli, da 3 a 25 km, questo è un caso peculiare per le zone del nord appennino ma si verifica spesso nelle sorgenti sismogeniche del centro sud.
    Cosa ne pensi? Credi che ci possa aspettare una scossa forte nel breve perioso?

    grazie

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  2. Buona sera Sig. Soricelli,
    ho inserito un aggiornamento sul cluster A dove può trovare qualche risposta alle sue domande. Bisogna attendere con calma gli sviluppi della sequenza sismica.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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