lunedì 28 gennaio 2013

SEQUENZA SISMICA DELLA GARFAGNANA 01/2013


 

Aggiornamento del 03/02/13

Il cerchio di colore rosso indica l’epicentro previsto dagli algoritmi ERM, mentre i cerchi di colore giallo sono gli eventi registrati ieri (Fonte dati : Catalogo ISIDe). 

MAGNITUDO CRITICA
INDICATORI ENERGETICI
>3.2 ML
Inizio  fase “discendente”




















Aggiornamento del 01/02/13

Previsione di breve periodo


ALGORITMI
EPICENTRO
PREVISTO
MAGNITUDO
MASSIMA
SEGNALE DI
 ATTENZIONE
PRECURSORE
SISMICO
EPTM14 - ERM1 ERM2-ERM3
Latitudine  44.160
Longitudine  10.498
2.8-4.5 ML
Attivo
Presente


SEGNALI DI ATTENZIONE DI ORDINE MAGGIORE
STATO DELLA SEQUENZA OGGI
INDICATORE DI FORZA
Non attivi
Standby
-32.2

MAGNITUDO CRITICA
MAGNITUDO MASSIMA ATTESA PER LA ZONA SISMOGENETICA
>3.2 ML
5.6-5.8 ML

NOTE

1)       I parametri riportati nelle tabelle variano con l’accadimento di nuove scosse.
2)       L’epicentro è stato calcolato tenendo conto della posizione delle faglie e riducendo progressivamente le dimensioni della mappa di base.



Aggiornamento del 30/01/13

Previsione di breve periodo

MAGNITUDO MASSIMA PREVISTA
MAGNITUDO MASSIMA REGISTRATA
2.8-4.5 ML (28/01/13)
3.3 ML (30/01/13)



SEQUENZA SISMICA DELLA GARFAGNANA

L’analisi della sequenza sismica della Garfagnana evidenzia una chiara interconnessione con la sequenza della pianura padano emiliana.
Il terremoto del 25 gennaio 2013 di magnitudo 4.8 ML è ben inserito nella fase di assestamento che è seguita al terremoto del 20 maggio 2012 di magnitudo 5.9 ML.
I due eventi sono legati all’evoluzione di un sistema che si frattura secondo uno schema di distribuzione spaziale e successione temporale, condizionato dalle forze tettoniche in atto e dalle caratteristiche delle strutture sismogenetiche sollecitate.
L’andamento temporale dei valori di magnitudo della sequenza sismica di lungo periodo della Garfagnana (figura 1), mostra tre eventi principali di cui quello di magnitudo 5.4 del 23 dicembre del 2008 è inserito nella parte terminale di un ciclo sismico di breve e medio periodo.
Nella figura 2 sono riportati i valori temporali di magnitudo registrati dall’1 gennaio 2012 ad oggi e gli indicatori energetici elaborati dal modello “Previsio”.
Il grafico mostra una fase di assestamento che si è attivata dopo il terremoto del 29 maggio 2012 di magnitudo 5.2 ML ed il corretto inserimento in questa fase dei terremoti più forti registrati nel corso del 2012, inizio del 2013 (i picchi discendenti sono generati dalla chiusura del ciclo sismico di breve periodo).
Analogo andamento si nota sulla sequenza della Pianura Padana Emiliana  (figura 3) dopo il terremoto del 29 maggio del 2012 di magnitudo 5.1 ML.
Gli indicatori energetici della sequenza hanno individuato con molta precisione i segnali di attenzione poco prima delle scosse principali.
Per il breve/medio periodo il modello "Previsio" ha fornito i valori massimi di magnitudo riportati nella tabella seguente.
 

SEQUENZA
MAGNITUDO MASSIMA
DI MEDIO PERIODO
Pianura Padana Emiliana
5.5-5.6 ML
Garfagnana
5.6-5.8 ML (valori aggiornati al 01/02/13)

SEQUENZA
MAGNITUDO MASSIMA
DI BREVE PERIODO
Pianura Padana Emiliana
2.8-4.4 ML
Garfagnana
2.8-4.0 ML

Il grafico della fratturazione temporale derivante dall’attività sismica che si è sviluppata nell’area della Garfagnana dal 1973 ad oggi, evidenzia una faglia trascorrente orientata NE-SW circa ed una seconda faglia più importante posizionata verso la cresta della dorsale appenninica.
La posizione dell’epicentro del terremoto del 25 ottobre 2013 e di quello previsto dall’algoritmo ERM3, fa supporre che, nel medio periodo potrebbe attivarsi la seconda faglia.

Le analisi sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
Tutte le parti del blog sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA

Figura 1 - Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatori della sequenza sismica.

Figura 2 - Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatori della sequenza sismica.

Figura 3 - Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatori della sequenza sismica.

Figura 4 – Schema della fratturazione temporale dell'area della Garfagnana.

domenica 6 gennaio 2013

SEQUENZA SISMICA DEI MONTI NEBRODI

Negli ultimi 40 anni il terremoto più forte è stato registrato il 17 settembre 1976 (4.9 Mb) al quale è seguita una lunga fase di assestamento terminata nel mese di maggio del 2008.
La sequenza di medio periodo è composta di due cicli sismici formati di sequenze di breve periodo spesso non completate.
L’algoritmo AR1 ha individuato l’arrivo degli eventi più forti della sequenza sismica con molta precisione (i segnali di attenzione si sono attivati due o tre scosse prima dell’evento).
Il valore di magnitudo massima previsto in questo momento è di 4.5 Ml.
Il livello più importante da superare è posto a 3.9 Ml.


Le analisi  sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
Tutte le parti del blog sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA
 




















Figura 1 - Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatore della sequenza sismica.


















mercoledì 26 dicembre 2012

TERREMOTO DELL'ISOLA DI SAMOA (2009)

 Il 29 settembre del 2009 una scossa di magnitudo 8.1 Mw con ipocentro a 18 km sotto il fondo dell’oceano si è verificata a circa 200 km a sud della catena principale delle Isole Samoa, ed a 75 km ad est dell’isola di Tonga.
Il terremoto si è verificato in una regione ad elevata sismicità, con 14 grandi terremoti avvenuti sin dai primi anni del 1900 (questo è stato il più forte terremoto dal 1917).
Le isole di Tonga e Samoa si trovano sulla linea di faglia dove la zolla del  Pacifico s'immerge sotto (subduzione) quella dell'Australia.
La scossa del 29 settembre del 2009 non si è verificata lungo la linea di subduzione della placca del Pacifico, dove in genere avvengono le oscillazioni della piastra in subduzione prima di entrare nella zona di subduzione, ma a nord della zona di massima curvatura della linea di faglia dove gli sforzi sono maggiori.

La sequenza di lungo periodo è caratterizzata da sette eventi di magnitudo compresa tra 6.9 e 7.8 della scala Richter prima della scossa del 29 settembre 2009.
Il grafico dei valori di magnitudo, dopo la scossa del 28 settembre 2006 di magnitudo 6.9 Mw appare muoversi in una struttura di accumulazione di energia del tipo “Tia” abbastanza definita, di notevole ampiezza e nella cui parte terminale, è presente un’anomalia sismica di breve periodo (precursore sismico) abbastanza comune ed inglobata in una microstruttura “Tsd”.
L’anomalia sismica composta di numerose scosse, presenta una discreta inclinazione ed alcune microstrutture sismiche che anticipano il peggioramento della sequenza di breve periodo.
Gli algoritmi EPTM8 ed EPTR12 hanno individuato con molto anticipo e precisione i potenziali aumenti dei valori di magnitudo e l'obbiettivo d’immediato periodo.
I risultati ottenuti con il software “Previso”, utilizzando i dati registrati dal 01/01/73 al 16/09/09 (fino alla penultima scossa) sono riportati nelle tabelle seguenti.

Previsione dell’epicentro

EVENTO DEL 29/09/09 – 8,1 Mw
Latitudine -15.49 – Longitudine  -172.10

Area analizzata
Latitudine:   12S  -   20S
Longitudine:   168W  -  176W

ALGORITMO
EPICENTRO PREVISTO
ERM2
Lat. -15.911
Long. -172.96
ERM3
Lat. -15.844
Long. -173.232


Previsione del valore della magnitudo

EVENTO DEL 29/09/09 – 8,1 Mw

ALGORITMO
EPICENTRO PREVISTO
EPTM1
7,9 - 8,5 M
EPTM2
9,25 - 8,3 M
EPTM3
7,9 M
EPTM4
8,4 M
EPTM12
8,0 M



Le analisi  sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
Tutte le parti delle previsioni sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA

Figura 1 - Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatori della sequenza sismica.
Figura 2 - Previsione dell'epicentro
Figura 3 - Ubicazione dell'epicentro previsto dagli algoritmi ERM ed epicentro della scossa del 29 settembre 2009.

domenica 23 dicembre 2012

AGGIORNAMENTO SULLA SEQUENZA SISMICA DEL POLLINO 12/2012

Il Lupetto del Pollino (nome dato a questa sequenza sismica) continua ad alternare fasi di accumulo e di rilascio di energia con episodi terminali non forti da circa due anni.
Le due scosse di magnitudo 3.4 e 2.8 Ml registrate il 18 dicembre hanno trasferito temporaneamente l’epicentro di un eventuale terremoto forte verso la faglia di Castrovillari.
Probabilmente il piano della faglia è stato interessato da una frattura che si è propagata fino a questo momento solo dal basso verso l’alto.
Non si esclude la propagazione della frattura in direzione parallela alla faglia di Castrovillari e precisamente tra gli abitati di Morano Calabro e Castrovillari (questo tipologia di fatturazione si è già verificata altrove ma l’innesco e l’evoluzione temporale non è ancora comprensibile).
La struttura  tecnica della sequenza sismica fino ad oggi, continua ancora a non convincere.
I valori raggiunti dagli indicatori “energetici” evidenziano che l’energia scaricata in questi ultimi sei giorni è minore rispetto a quella accumulata.
L’indicatore di forza si è portato sopra i 60 punti e sulla struttura della sequenza d’immediato periodo (ore/tre giorni) si è formata nuovamente una microstruttura “M2”.
La sequenza dei valori di magnitudo  uguale o maggiore di 2.0 Ml è quasi  in standby da tre giorni e  gli indicatori “energetici” sono posizionati su valori non tranquilli (in fase di rilascio di energia).
Il Lupetto del Pollino fino ad oggi non è riuscito a passare il livello sismico di 3.4 Ml. Questo è un livello molto importante che non deve essere superato. Sopra questo livello la sequenza sismica ha due soluzioni di cui una negativa ed una positiva.
Solo il ritorno dell’indicatore di forza prima sotto i 30 punti e poi sotto la linea dello zero consentirà di archiviare questa sequenza sismica molto anomala.
A questo punto, fino a quando non sarà superato il primo livello sismico di magnitudo 3.4 Ml, si può stare tranquilli.



Le analisi  sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
Tutte le parti del blog sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA

Figura 1 - Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatori della sequenza sismica.

Figura 2 - Indicatore di forza della sequenza sismica.

domenica 16 dicembre 2012

SEQUENZA SISMICA DELL'AQUILA

Serie temporale delle magnitudo dal 1 gennaio al 14 dicembre 2012

La fase di assestamento che ha accompagnato il massimo del 6 aprile 2009 si è mossa in una struttura discendente ben definita fino a raggiungere, nel mese di agosto, valori sotto il 90% del valore massimo.
Dalla fine di agosto si nota sul grafico dell’andamento dei valori di magnitudo, la formazione di un microstruttura di “attesa” (fase d'accumulazione d'energia) con i valori di magnitudo non superiori a 2,8 Ml.
Nel corso della seconda metà del mese di ottobre sul grafico si nota l’inizio di una fase di rilascio di energia terminata con la scossa dell’5 dicembre di magnitudo 4,0 Ml.
Questa perturbazione sismica in fase di esaurimento probabilmente è la prima di un nuovo ciclo di medio periodo. 
Sugli indicatori energetici EPTR8 e AR3 sono riportati i segnali d’attenzione che si sono attivati durante il periodo considerato e l’estensione delle fasi di rilascio d’energia (perturbazioni sismiche).
L’attuale andamento degli indicatori energetici conferma la continuazione della fase di rilascio di energia alla quale sono associati  i seguenti livelli di magnitudo:

Livello 1     3.0-3.6 Ml
Livello 2     4.5 Ml


Area analizzata
Latitudine:   12.5N  -   14.2N
Longitudine:    41,5E  -  43.2E


Le analisi  sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
Tutte le parti del blog sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA

 
Figura 1 - Andamento temporale dei valori di magnitudo ed indicatori della sequenza sismica.