sabato 12 luglio 2014

SEQUENZE SISMICHE IN ATTO NEL MONDO - AGGIORNAMENTI 2014

SEQUENZA SISMICA DELLA CALIFORNIA DEL NORD
Aggiornamento di mercoledì 3 settembre ore 18:30

La scossa di magnitudo 3.9 Mw registrata il 26 agosto ha chiuso il primo ciclo di assestamento seguito all’evento di magnitudo 6.0 Mw (sotto il range dinamico di 4.2-4.7 Mw stabilito nel precedente aggiornamento e sotto il valore statico di 4.1 Mw stabilito il 26 agosto dal software “Previso).
La fase evolutiva che si è sviluppata fino ad oggi, presenta una struttura caratterizzata da aftershocks in posizione e magnitudo anomala.
Oggi si è attivato nuovamente il segnale di attenzione al quale il software “Previsio” ha associato un evento di magnitudo 3.6-4.5 Mw (range dinamico).
La magnitudo massima dinamica dell’area varia da 6.5-7.5 Mw.

SEQUENZA SISMICA DELLA CALIFORNIA DEL NORD

Il terremoto di magnitudo 6.0 Mw registrato nei pressi della città di Napa, s'inserisce nella lunga fase di assestamento che si è attivata dopo il forte terremoto di Loma Prieta del 18 ottobre 1989 di magnitudo 6.9 (figura 1).
La sequenza sismica di lungo periodo fino a questo momento è caratterizzata da due aftershocks di medio periodo rispettivamente di magnitudo 6.5 e 6.0.
L’evento di magnitudo 6.0 M registrato il 24 agosto 2014 è inserito in una fase di rilascio di energia di breve periodo che si è attivata  il 9 agosto 2014 e non è preceduto da scosse premonitrici. Lo schema evolutivo è di tipo “Cd”, tipico delle zone con faglie trascorrenti o inverse.
Nella figura 2 è riportato il segnale di attenzione generato da Previsio il 9 agosto 2014.
La fase di assestamento che si sta sviluppando adesso è composta di scosse di piccola magnitudo. Per completare il primo ciclo di assestamento è necessario l’accadimento di un evento  di 4.2-4.7 Mw circa nel brevissimo periodo.


Le analisi  sono eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili. Sono possibili errori.
Tutte le parti delle previsioni sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA

















Figura 1 – Sequenza temporale di lungo periodo dei valori di magnitudo.





















Figura 2 – Sequenza temporale di breve periodo dei valori di magnitudo.




SEQUENZA SISMICA DELLA CALIFORNIA DEL SUD



La sequenza sismica mostra nel medio periodo un evento di magnitudo 7.2 Mw accaduto il 4 aprile del 2010 al quale è seguito un primo ciclo di assestamento terminato con un aftershock di magnitudo 6.3 Mw registrato il 14 dicembre del 2012.

Nel breve periodo è atteso il completamento di un secondo ciclo di assestamento al quale il modello “Previsio” associa un evento di magnitudo 5.6-5.9 Mw.

Il segnale di attenzione di primo ordine è attivato dalla fine del mese di giugno del 2014, la magnitudo massima dinamica dell’area  indagata è di 7.1 Mw.

La struttura della bomba associata ad un evento molto forte presenta un solo step evolutivo caratterizzato da una piccola diminuzione dei valori di magnitudo. Il punto d’innesco non si è ancora formato.



Algoritmi utilizzati: “Ma1 e Bs1” – Grafico mensile.



Le analisi  sono eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.

I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili. Sono possibili errori.
Tutte le parti delle previsioni sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA


 
















Figura 1 - Elaborazioni ottenute con l'algoritimo "Ma1"


SEQUENZA SISMICA DEL GIAPPONE

L’evento di magnitudo 6.5 Mw registrato l’11 luglio del 2014 è il terzo afthershock accaduto dopo la forte scossa dell’11 marzo 2011 di magnitudo 9.0 Mw.
Nella parte iniziale della fase di assestamento è stato registrato un aftershock di magnitudo 7.3 Mw sotto il range previsto dal software “Previso” (7.7-8.0 Mw), mentre il secondo e il terzo aftershock rientrano nei range previsti.
Nella figura allegata i numeri di colore nero  sono i valori di magnitudo relativi agli aftershock registrati, mentre quelli di colore rosso indicano il range previsto dal software “Previsio”.
I cerchi di colore verde e giallo sono i segnali di attenzione che si sono attivati, le linee orizzontali di colore verde e rosso indicano le fasi di rilascio di energia e di assestamento ed infine, i rettangoli di colore blu sono le anomalie sismiche.
Nei prossimi mesi, l’evoluzione della fase di assestamento, sarà influenzata dal primo range di magnitudo 7.7-8.0 Ml che, rappresenta anche il range massimo dinamico previsto per l’area analizzata. 

Algoritmo utilizzato: “Ma1” - Grafico mensile.

Le analisi  sono eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili. Sono possibili errori.
Tutte le parti delle previsioni sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA



















Figura 1 - Elaborazioni ottenute con l'algoritimo "Ma1"

lunedì 23 giugno 2014

SEQUENZE SISMICHE DI COLLALTO E DELLA VAL D’AGRI

Evoluzione temporale delle registrazioni sismiche in Collalto, 2005-2014

La sequenza sismica è cominciata con un evento di magnitudo 3,7 Ml  il 28 febbraio del 2007 nella parte settentrionale dell’area analizzata, al quale è  seguita una scossa di 3.6 Ml il 13 settembre del 2011 in prossimità del deposito di gas di Collalto ed infine un ultimo evento di magnitudo 4,0 Mw accaduto il 9 giugno di nuovo sul bordo settentrionale del deposito di gas.
I dati sismici strumentali dal 2005 evidenziano un aumento del numero di terremoti registrati negli anni 2010 e  2013 (figura 2).
Nella struttura di lungo periodo della sequenza sismica  è presente una bomba sismica caratterizzata da un punto d’innesco datato 2004, al quale è seguita una fase di rilascio di energia proiettata ora sul livello sismico di magnitudo 4,7 M. Il primo livello sismico critico di breve periodo è posto a  3.1 Ml. La magnitudo massima dinamica dell’area è di 6.2-6,5 Ml.
La Figura 3 mostra gli epicentri dei terremoti registrati dall’INGV dal 01 gennaio  2005 al 03 giugno 2014.
Un totale di 239 eventi con magnitudo 0,2-4,0 Ml sono stati localizzati lungo l'intera traccia superficiale della struttura compressiva orientata in direzione NE-S ed immergente a NO, che borda la pianura tra Schio e il F.Tagliamento.
Dalla sismicità mostrata nella figura non ci sono stati terremoti centrati nel deposito di stoccaggio di gas naturale di Collalto, mentre alcuni eventi  di debole magnitudo (≤0.4 Ml) sono accaduti nei pressi della concessione di coltivazione di S.Andrea (vicino a Vittorio Veneto).
La Rete Sismica di Collalto nel periodo di monitoraggio che va dal 1/1/2012 al 31/03/13 ha registrato alcuni eventi di debole magnitudo nel perimetro del deposito di stoccaggio ad una profondità variabile tra 5 e 12 km, sotto il piano di campagna (http://rete-collalto.crs.inogs.it/DATI/eventi-sismici-full-period.txt)

Figura 1 - Andamento temporale dei valori di magnitudo.


Figura 2 - Numero di terremoti registrati negli anni 2010 e  2013.




Figura 3 - Epicentri dei terremoti registrati dal 01 gennaio 2005 al 03 giugno 2014.




















Evoluzione temporale delle registrazioni sismiche nella Val D’Agri, 2005-2014

Nella figura 4 è raffigurata l’evoluzione temporale delle registrazioni sismiche strumentali nella Val D’Agri dal 2005 al 2014.
La sismicità è caratterizzata da un primo evento (Ml 3,8 ; profondità focale, ca. 27 km) accaduto  il 7 luglio 2006 con epicentro a 30 km ad est di Potenza, all’interno della concessione di coltivazione di Gorgoglione.    
Un secondo evento  di 3,5 Ml e profondità focale 9,1 km, si è verificato il 13 luglio del 2010 a circa 57 km ad ovest del primo terremoto, con epicentro vicino all’abitato di Auletta.
La sequenza temporale dei valori di magnitudo mostra una bomba sismica  discretamente evoluta caratterizzata da un punto d’innesco nel 2006 al quale è seguito l’evento di 3,8 Ml del 7 luglio.
Adesso è in atto  una fase  di assestamento che ha nel breve periodo un livello sismico critico di  3,2 Ml.
La magnitudo massima dinamica dell’area è di 5,6 Ml.
La distribuzione degli epicentri è alquanto ampia lungo la sequenza sismica (figura 5).
Nella parte centrale dell’area analizzata, gli epicentri sono strettamente orientati in direzione SE-NO, mentre gli ipocentri sono più superficiali.


Figura 4 - Andamento temporale dei valori di magnitudo.



Figura 5 - Epicentri dei terremoti registrati dal 01 gennaio 2005 al 03 giugno 2014.















Considerazioni conclusive

In questo momento, la possibilità di accadimento nel breve periodo di una scossa forte e potenzialmente dannosa nelle zone analizzate è bassa.
Molto probabilmente, nella zona di Collalto è necessaria una scossa di magnitudo poco sopra a 3.1 Ml per attivare una fase di rilascio di energia che ha come primo target il livello sismico di 4,7 Ml. Tuttavia, nell’area analizzata vi è una possibilità di accadimento di un terremoto pari o superiore di 6.0  Ml in futuro.
Sulla sequenza della Val D’Agri è necessario l’accadimento di una scossa poco sopra un livello sismico critico di  3,2 Ml per attivare la fase di rilascio di energia di breve periodo che ha un target finale dinamico di magnitudo 5,6 Ml.
E’ risaputo che gli impianti presenti nelle aree analizzate possono innescare o indurre instabilità sismica sia a scala locale ( D ≤ 5 km) che a scala regionale ( D ≥ 20 km) anche con  stress  piccoli ( ≤ 1 MPa ), qualunque sia l'impostazione tettonica.
L’analisi delle bombe sismiche indica che la massa rocciosa è già sotto discrete sollecitazioni tettoniche e l'energia aggiunta da sforzi antropici  può attivare in futuro una forte sismicità.

Le analisi  sono eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili. Sono possibili errori.
Tutte le parti delle previsioni sono riservate. Nessuna parte può essere riprodotta nella forma o nel significato senza il permesso scritto dell’autore.
©   Dr. Geol. Giulio Riga – RIPRODUZIONE TASSATIVAMENTE VIETATA

lunedì 31 marzo 2014

SEQUENZA SISMICA DI GUBBIO-ADRIATICO CENTRO SETTENTRIONALE

Analisi di medio periodo 

Di: Riga G., Balocchi P.

La sequenza sismica dal 2005 al 2014, mostra tre eventi principali accaduti in aree diverse ma,  interconnesse tra loro.

1) 4.3 Ml (16/04/2006)
2) 4.5 Ml (20/09/2009)
3) 4.9 Ml (21/07/2013)

I tre eventi sismici sono posizionati al termine di cicli sismici di medio periodo che si sono sviluppati sul bordo esterno dell’area sismica analizzata.
Ogni evento è associato ad una bomba sismica ben strutturata.
La struttura evolutiva che precede la scossa del 16 aprile del 2006 è di tipo “assestamento" senza scosse premonitrici, mentre quella relativa agli eventi del 20 settembre del 2009 e del 21 luglio del 2013 è di “assestamento” con una scossa premonitrice. Questi schemi evolutivi sono tipici di aree con faglie inverse o trascorrenti, come evidenziato dai meccanismi focali dei tre terremoti.
Dal 21 luglio del 2013 si è attivata una fase di assestamento che si è completata nel mese di gennaio del 2014, seguita da eventi sismici inseriti in uno schema evolutivo ciclico temporaneo di breve periodo di “accumulo di energia”,  tipico di aree interessate da faglie inverse.
La posizione temporale degli epicentri mostra una migrazione da Nord-Ovest verso Sud-Est.























Figura 1. Epicentri degli eventi principali.


Le sezione sismologiche in direzione W-E, mostrano l’andamento degli ipocentri, mettendo in evidenza gli allineamenti preferenziali lungo le principali strutture sismogenetiche dell’area considerata.
La distribuzione degli ipocentri mostra uno strato sismogenetico con elevata sismicità fino alla profondità di 10 km dove è presente una superficie efficace. Nel retropaese appenninico (area Perugia-Gubbio-Foligno), in sezione sismologica, si evidenziano degli allineamenti degli ipocentri che rappresentano dei piani di faglia alla scala regionale con immersione est e interpretabili come un sistema estensionale del versante tirrenico dell’Appennino. Nella zona dell’avampaese (area S. Marino-Ancona) si evidenziano le superfici di faglia interpretabili come thust frontali della catena appenninica.
La sismicità più profonda mette in evidenzia il piano di subduzione della placca Adria ad est che sottoscorre la placca Europa ad ovest. Il piano di subduzione immerge verso ovest con una inclinazione di circa 60°.


 
























Figura 2. Sezione sismologica in direzione W-E.





























Figura 3. Visualizzazione 3D degli ipocentri

Riferimenti bibliografici

Balocchi P. (2011); Modello Sismotettonico delle strutture profonde dell'Appennino settentrionale. GeoResearch Center Italy - GeoBlog, pub 3(2011), ISSN: 2240-7847. Consultabile allindirizzo internet: http://georcit.blogspot.com/2011/06/modello-sismotettonico-delle-strutture_16.html.
Balocchi P., Bonetti S., Lupoli F.C. (2014); Sequenza sismica e sismotettonica dell’alta Val Tiberina-Gubbio (Umbria). GeoResearch Center Italy - GeoBlog, pub n° 1(2014), ISSN: 2240-7847. Consultabile all'indirizzo internet: http://georcit.blogspot.it/2014/03/sequenza-sismica-e-sismotettonica.html.
INGV (2014); Time Domain Moment Tensor (TDMT). Aggiornato al 2014. Consultabile allindirizzo internet: http://cnt.rm.ingv.it/tdmt.html.
Meletti C.,  Valensise G.  (2004);  Zonazione  sismogenetica  ZS9    App.  2  al rapporto  conclusivo.  GNDT. Consultabile allindirizzo internet: http://zonesismiche.mi.ingv.it/documenti/App2.pdf.
Riga G. (2013); Bombe sismiche. Earthquake PredictionPrevisione dei Terremoti. Consultabile allindirizzo internet: http://rigagiulio.blogspot.it/2013/04/bombe-sismiche-sicuramente-di-recente.html.
Righa G., Balocchi P. (2013); Bollettino sismico 2013. GeoResearch Center Italy - GeoBlog, pub n° 2(2014), ISSN: 2240-7847. Consultabile all'indirizzo internet: http://georcit.blogspot.it/2014/03/bollettino-sismico-2013.html.

 

martedì 4 marzo 2014

IL GRANDE TERREMOTO DEL CILE

Durante tutta la storia umana ci sono stati molti eventi sismici forti, ma il terremoto del 22 maggio del 1960 è stato il più grande registrato strumentalmente nel 20° secolo.
L'epicentro, localizzato a circa 160 km a largo della costa del sud del Cile, ha causato ingenti danni uccidendo circa 1.655 persone, ferite 3.000 e prodotto 2.000.000 di sfollati sia lungo la costa del Cile da Lebu a Puerto Aisen e in molte zone dell'Oceano Pacifico a causa dello tsunami che ha generato.
Le onde di tsunami alte fino a 10 metri in tutto il bacino del Pacifico, hanno devastato Hilo, Hawaii e causato danni in aree lontane come la Nuova Zelanda ed il Giappone.
La magnitudo dell’evento, secondo per il Servizio Geologico degli Stati Uniti è stata di 9.6 Mw.
Il sisma è stato preceduto da una serie di foreshock di magnitudo maggiore di 7,0 di cui  uno di  7,9 Mw, accaduto il 21 maggio che ha causato gravi danni a Concepcion, e successive scosse di assestamento.
La zona di frattura  è stimata in circa 1.000 km di lunghezza, da Lebu a Puerto Aisen.
Questo è stato un terremoto provocato dal rilascio di sollecitazioni meccaniche in una zona di convergenza dove la placca oceanica di  Nazca  è in subduzione sotto di quella continentale dell’America del sud.
Il processo di subduzione è responsabile del sollevamento delle Ande e dell'attività vulcanica presente lungo gran parte di questo fronte di deformazione esteso per 7000 chilometri dal Cile meridionale fino al largo della costa meridionale di Panama in America Centrale.


















Figura 1 – Placche tettoniche: Fonte USGS.

Sequenza sismica

La maggior parte degli ipocentri dei grandi terremoti accaduti in Sud America sono localizzati ad una profondità da 0 a 50 km (figura 2).
Altri terremoti sono generati anche a profondità superiori a 200 chilometri a seguito della continua deformazione interna della placca Nazca  in subduzione.
























Figura 2 – Sezione trasversale 2D della subduzione dell’area epicentrale.

Nella figura 3 sono riportati il numero di terremoti di M5.0 registrati nell’area analizzata dal 1931 al 1969.
Sono 19 gli eventi che hanno una magnitudo di  M5.5, 29 di magnitudo M7.0,  2 di M8.0 ed uno di magnitudo 9.6 M.

 

















Figura 3 – Numero di eventi sismici per classe di magnitudo.

La sequenza di scosse è iniziata con un primo evento di magnitudo 8.2 Mw alle 10:02:54 del 21 maggio sulla costa a sud della città di Concepcion alla latitudine di -37.825° S e  longitudine -73.379 ° W.
E’ seguito  un sisma di assestamento di magnitudo 6.6 Ms e nel giorno successivo da altri tre di magnitudo rispettivamente di  6.9, 6.8 e 7.9 Mw, inclusi in una veloce fase di forte rilascio di energia culminata con l’evento di magnitudo 9.6 Mw con epicentro  alla latitudine -38.294 ° S e longitudine  -73.054 ° W.
Il terremoto di magnitudo 8.2 Mw è un evidente foreshock di brevissimo periodo inserito in un ciclo di lungo periodo iniziato nel 1943 dopo l’accadimento del foreshock di secondo ordine di magnitudo 8.2 Mw.
Nel corso della giornata del 22 maggio, alle 19:11, si è verificato il grande mainshock con ipocentro a 35 km, la cui magnitudo è stata valutata in 9,6 Mw.
Sequenza di eventi registrati è la seguente:
     Data                Ora                Lat.                 Long.               Prof.    Magnitudo
1) 21-05-1960  10:02:54           -37.825           -73.379           11.5     8.2       Mw
2) 21-05-1960  10:53:57           -37.065           -72.324           11.3     6.6       Ms
3) 22-05-1960  10:30:44           -37.961           -73.17             38        6.8       Mw
4) 22-05-1960  10:32:48           -37.994           -73.472           41.3     6.8       Mw
5) 22-05-1960  18:56:04           -38.146           -72.984           35        7.9       Mw
6) 22-05-1960  19:11:17          -38.294           -73.054            35        9.6       Mw
7) 02-06-1960  05:58:06           -46.335           -74.252           18        6.8       Uk
8) 06-06-1960  05:55:49           -45.7               -73.502           15        7.2       Mw
9) 20-06-1960  02:01:15           -38.265           -73.324           35         7.0      Mw
10) 20-06-1960 12:59:46          -39.212           -73.322           24.6      7.1      Mw

Fino al mese di dicembre del 1960 sono stati registrati sette aftershock di magnitudo compresa tra 6.6 e 7.2 Mw.

 
















Figura 4 –  Andamento dei valori della magnitudo dal 1931 al 1969.

La fagliazione è progredita verso sud  lungo la costa come dimostra la posizione degli epicentri delle scosse di assestamento (fino alla  latitudine  -46 ° S) seguite al mainshock.

  Figura 5 - Schema di interpretazione della fratturazione.