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martedì 5 dicembre 2017

ALCUNE INFORMAZIONI SUL MODELLO SPERIMENTALE “PREVISIO”

IL MODELLO SPERIMENTALE “PREVISIO”
(La prima versione è del 2006)

Il range riportato negli aggiornamenti indica il valore di magnitudo dell'evento sismico associato al segnale di attenzione. L'estensione indica il valore massimo raggiungibile dalle fluttuazioni dei valori di magnitudo nelle possibili successive fasi di rilascio energia (se non intervengono modifiche nella struttura evolutiva della sequenza sismica). Una scossa di magnitudo compresa tra il limite superiore del range stabilito da Previsio e la sua estensione può essere un foreshock.







sabato 11 novembre 2017

EPICENTRI DINAMICI. MODELLO ERM7

EPICENTRI DINAMICI

Nella figura sono riportate le aree interessate degli epicentri dinamici previsti da un nuovo modello sperimentale (ERM7) che utilizza i seguenti input dati: 1) posizione delle sorgenti sismogenetiche, 2) coppie di epicentri distanti x chilometri, 3) posizione delle aree di accumulo e di rilascio di energia, 4) posizione dei cluster, 5) migrazione temporale degli epicentri e altro.
La posizione degli epicentri dinamici si modifica con l’accadimento di scosse di magnitudo uguale o maggiore di 2.0 ML.

mercoledì 9 agosto 2017

EPICENTRI DINAMICI - MAINSHOCK/FORESHOCK

EPICENTRI DINAMICI - MAINSHOCK/FORESHOCK

Il software “Previsio” contiene alcuni algoritmi  per il calcolo degli epicentri dinamici delle scosse più energetiche attese (mainshock o foreshock).
Un’indagine statistica evidenza un errore massimo del 20% rispetto alle dimensioni dell’area analizzata. L’errore più frequente  è meno del 10%.
Di seguito sono riporti gli errori in termini di distanza tra uno dei due epicentri dinamici calcolati  dal software “Previsio” e quello del Mainshock o foreshock dell'Italia centrale.

Foreshock di primo ordine del 24/08/2016 di magnitudo 6.0 Mw – Errore = 2.25 km
Foreshock di secondo ordine del 26/10/2016 di magnitudo 5.9 Mw – Errore = 2.89 km
Mainshock del 30/10/2016 di magnitudo 6.5 Mw – Errore = 11.1 km

Dimensione dell'area analizzata X=74 km Y=89 km

Elaborazioni prodotte dal software.






Fig.3 - Mainshock del 30/10/2016 di magnitudo 6.5 Mw – Errore = 11.1 km

domenica 2 aprile 2017

ALGORITMO STRUTTURE RAMIFICATE

“RAMI” è uno dei tanti algoritmi contenuti nel modello Previsio. E’ predisposto per  individuare e analizzare la struttura ramificata che si forma prima di un terremoto nella sequenza sismica.


L’utilizzo delle strutture ramificate nei modelli di previsione dei terremoti non è recente  (vedi figure allegate tratte da alcune pubblicazioni), ma la procedura di gerarchizzazione della sequenza sismica eseguita con il modello  Previsio è differente e innovativa (vedi figura allegata all’aggiornamento del 29 marzo in cui è riportata una parte della struttura ramificata).
L’algoritmo è stato testato su centinaia di sequenze sismiche e i risultati ottenuti  dimostrano che lo schema è ripetitivo  e che, pertanto, possono essere utilizzati per capire il processo di preparazione di un terremoto.






a) Rappresentazione schematica della struttura ramificata del modello statistico a breve termine  ETAS (Epidemic Type Aftershock Sequence).

b)   Rappresentazione schematica della struttura ramificata del modello deterministico a breve termine PREVISIO (algoritmo RAMI).

Il cerchio di colore rosso indica il punto sorgente.

Procedura di gerarchizzazione della sequenza sismica
Rappresentazione schematica del primo step

I cerchi rappresentano i nodi sismici. I cerchi di colore rosso sono i nodi d'inversione di fase (di accumulo e rilascio di energia). Le linee di diverso spessore e colore sono i rami sismici. Il ramo AC rappresenta il ciclo sismico di ordine maggiore composto dalla fase di accumulo di energia (4a) e di rilascio di energia (4r). Si nota bene come il valore della magnitudo è maggiore nei nodi d'inversione A, B e C che si riferiscono ai rami sismici di ordine maggiore.

http://file.scirp.org/Html/1-2740105_66332.htm



martedì 14 marzo 2017

PREVISIO: Metodo sperimentale per la previsione dei terremoti



La previsione dei terremoti è un’area di ricerca di grande interesse scientifico ed affascina in particolare il pubblico del Web.
La ragione di questo forte interessamento non è solo che il terremoto può causare in pochi secondi molti danni ma anche perché può avere un grande impatto sociale ed economico.
La previsione dei terremoti nel senso “deterministica”, cioè determinare il posto, il tempo e la magnitudo utilizzando i precursori sismici non è impossibile, basta elaborare dei modelli di “decodifica” dei segnali precursori (cosa non facile).
Infatti, il segnale dovuto alla rottura della roccia non è mai un’anomalia premonitrice isolata, ma di solito presenta un pacco di vari segnali precursori fluttuanti nella loro ampiezza e durata.
Pertanto, per sviluppare un modello di previsione occorre conoscere a fondo le principali teorie interpretative che possono realmente consentire la valutazione delle informazioni e fornire segnali d'allarme in anticipo necessari per determinare gli scenari di rischi e per la progettazione di tutti gli interventi per la protezione delle persone e delle strutture.
Il nuovo metodo di previsione pre-evento “Previsio” utilizza la sismicità storica e in atto, al fine di ottenere  informazioni utili per capire il processo di preparazione di un terremoto e quindi fare previsioni per il futuro.
Gli esperimenti sui terremoti del passato hanno mostrato come le procedure d’analisi sviluppate sono in grado di prevedere una percentuale elevata di eventi energetici.
Nel grafico allegato sono riportati i risultati di alcuni algoritmi inclusi in Previsio per individuare, durante lo sviluppo della sequenza sismica,  i segnali di attenzione di vario ordine, le anomalie  e i valori di magnitudo associati.
Le stelle di colore rosso (punti estremanti) indicano i terremoti più energetici che sono accaduti nell’Italia centrale dal mese di ottobre del 2016 al mese di febbraio del 2017.
I triangoli di colore magenta indicano i segnali di attenzione che si sono attivati poco prima dell’evento energetico.


Come si può notare non si tratta di quattro linee tirate a caso, ma sono i risultati forniti da complessi algoritmi ancora in fase di sperimentazione. La prima versione di Previsio risale al 2006. La mia prima esperienza nel campo informatico (realizzazione di software per la geologia, idrogeologia, ingegneria geotecnica ed altro)  risale al 1984. Elaborare un modello di previsione dei terremoti non è semplice.



In questo link trovate nel dettaglio lo stato dell’arte sulla previsione dei terremoti.



venerdì 29 giugno 2012

INDICATORE DI FORZA DELLE SEQUENZE SISMICHE DELL’AQUILANO, PIANURA PADANA EMILIANA E GIAPPONE

Questo indicatore misura e descrive un grande evento più di qualsiasi altro indicatore.
Ogni volta che si ha un aumento dei valori della magnitudo e del numero del numero delle scosse, si ha l’impatto di un terremoto.
L’indicatore di forza si concentra su tre tipi d'informazioni sismiche: valori della magnitudo, misura della variazione della magnitudo e numero d'eventi.
La forza della sequenza è definita dalla sua direzione, distanza e numero d'eventi.
In generale se i valori sono sopra la linea dello zero, la forza è positiva, se inferiori è negativa.
Maggiore è la variazione dei valori della magnitudo ed il numero degli eventi, maggiore è la forza della sequenza.
Nelle figure seguenti sono riportati i grafici dell’indicatore di forza pre-evento delle sequenze sismiche dell'Aquilano, Pianura padana emiliana e Giappone.

© RIGA GIULIO












































































lunedì 11 giugno 2012

INDICATORE DI FORZA DELLA SEQUENZA SISMICA


INDICATORE DI FORZA DELLA SEQUENZA SISMICA

 

 



L’indicatore di forza (IFS) utilizza i valori della magnitudo, il numero di terremoti ed il tempo per  individuare eventuali punti di svolta nella sequenza sismica.
In sostanza l'indicatore misura la reale forza della sequenza, intesa come la combinazione temporale fra i valori della magnitudo e il numero di terremoti che l'hanno accompagnato.
L’indice grezzo è piuttosto irregolare si presenta sotto forma di un istogramma che oscilla sopra e sotto la linea dello zero.
Migliori risultati sono raggiunti con l’utilizzo dell’indice di forza cumulato o cumulato- assestato.
L’indicatore di forza è positivo, quando i valori sono sopra dello zero (segnale d'inizio attività sismica).
Un indicatore negativo evidenzia una sequenza poco attiva.
Un indicatore che oscilla attorno allo zero significa che il numero dei terremoti è in calo o un gran numero di terremoti non è riuscito a spostare i valori della magnitudo.
In pratica, un rilevante aumento dei valori della magnitudo potrà in qualche modo essere assorbito da uno scarso numero di terremoti così, come una piccola variazione dei valori di magnitudo potrà eventualmente essere amplificata da un forte aumento del numero di terremoti.
Alcuni esempi