Premessa
Sono state analizzate le strutture ramificate che hanno innescato i cinque eventi di magnitudo maggiori di 6,0 M presenti nella sequenza sismica dell’Italia dal 1971 al 2014.
Gli eventi utilizzati per questa analisi sono stati estratti dal catalogo ANSS, fissando i range delle profondità ipocentrali e dei valori della magnitudo in modo da ottenere una sequenza sismica con caratteristiche evolutive accettabili per l’analisi eseguita.
Un'analisi di maggiore dettaglio, con riduzione dei tempi tra l’innesco e il mainshock, è possibile utilizzando dei range più appropriati.
Nella figura 1 è riportata in modo grafico, la sintesi delle analisi eseguite con il software “Previsio” sezione “Ramificate” ed alcune informazioni sullo sviluppo futuro della sequenza sismica.
I terremoti caratteristici della sequenza sismica sono i seguenti:
1976 Terremoto del Friuli
1980 Terremono dell’Irpinia
1997 Terremoto dell’Umbria
2009 Terremoto dell’Aquila
2012 Terremoto dell’Emilia
Non sono stati analizzati i terremoti forti accaduti in aree esterne e quello di Palermo del 6 settembre 2002 di magnitudo 6,0 Mw, anche questi preceduti da bombe sismiche simili.
Schema delle strutture ramificate
Lo schema evolutivo delle strutture ramificate è riportato nella parte bassa del grafico dove i rettangoli di colore diverso indicano gli step per raggiungere il punto d’innesco.
Gli step individuati dal modello sono cinque ed indicati nella figura con i seguenti colori:
Step 1 – Azzurro
Step 2 – Verde
Step3 – Magenta
Step 4 – Nero
Step 5 – Rosso
Nel primo step la struttura ramificata inizia a formarsi, mentre nell’ultimo si ha il suo innesco e l’accadimento nel breve/medio periodo del Mainshock quasi preceduto da uno o più foreshock.
La fase preparatoria del Mainshock assume diversi schemi influenzati dallo stato di fatturazione delle rocce e dal tipo di struttura sismogenetica.
Gli schemi fondamentali sono i seguenti:
a) Ascendente additivo o moltiplicativo
b) Orizzontale semplice o complesso
c) Discendente semplice o complesso
La fusione di due schemi fondamentali genera delle strutture più complesse contraddistinte da anomalie sismiche.
Analisi delle strutture ramificate
Gli eventi analizzati sono stati preceduti da foreshock di breve o medio periodo (il terremoto del Friuli è stato anticipato da un foreshock di medio periodo, non riportato nel grafico).
Il tempo intercorso tra il punto di innesco e il Mainshock varia da pochi giorni nel terremoto dell’Umbria a circa 16 mesi in quello del Friuli.
Gli eventi più forti sono preceduti da strutture ramificate ben strutturate composte di più step.
Il terremoto dell’Emilia del 20 maggio del 2012, accaduto all’interno del secondo step (la struttura ramificata non si è completata), fa ipotizzare un’anticipazione dei tempi di accadimento legata a varie cause.
In sintesi: la struttura ramificata presente nella parte finale della sequenza è attiva ed include il terremoto dell’Emilia.
Il punto d’innesco non è ancora individuabile.
I valori della magnitudo associata adesso alla struttura della bomba sismica variano da 5,9 a 6,5 Mw.
Le analisi sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
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