La sequenza sismica dell’Etna mostra quattro eventi di magnitudo compresa tra 4,3 Ml e 4,6 Ml accaduti tra il 1991 ed 2013 associati a strutture ramificate di primo e secondo ordine.
Le finestre temporali tra i punti d’innesco e la fase preparatoria al mainshock sono caratterizzate da più foreshock, anomalie sismiche di fondo ben pronunciate e da uno schema evolutivo ascendete moltiplicativo che confermano l’elevato stato di fatturazione dell’area analizzata.
Le quattro strutture ramificate sono state seguite dalle seguenti eruzione del vulcano:
1) eruzione del 14 dicembre del 1991 (la più lunga ed imponente tra le eruzioni degli ultimi tre secoli);
2) eruzione del 27 ottobre del 2002 (durata dal 27 ottobre al 29 gennaio dell'anno seguente, è da considerarsi tra le più esplosive degli ultimi 100 anni);
3) eruzione del 12 gennaio del 2011 (iniziata nella tarda sera dello stesso giorno ed è il primo di una serie di episodi eruttivi);
4) eruzione del 19 febbraio del 2013 (preceduta da un periodo di 10 mesi di relativa pausa è stata caratterizzata da una decina di fontane laviche orientate lungo una fessura).
Nella figura 1 sono sintetizzate in modo grafico le strutture ramificate, gli eventi e le date d’innesco, di accadimento del mainshock e delle eruzioni dell’Etna associate.
Lo schema della seconda struttura ramificata che ha preceduto l’importante eruzione del 2002 è caratterizzata da un primo step preparatorio più ampio e complesso rispetto a quello delle altre strutture ramificate.
Il tempo intercorso tra il punto d’innesco e quello del mainshock è variato da 5 a 13 mesi circa.
Le analisi sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
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Figura 1 - Strutture ramificate dell''Etna
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