Il Lupetto del Pollino (nome dato a questa sequenza sismica) continua ad alternare fasi di accumulo e di rilascio di energia con episodi terminali non forti da circa due anni.
Le due scosse di magnitudo 3.4 e 2.8 Ml registrate il 18 dicembre hanno trasferito temporaneamente l’epicentro di un eventuale terremoto forte verso la faglia di Castrovillari.
Probabilmente il piano della faglia è stato interessato da una frattura che si è propagata fino a questo momento solo dal basso verso l’alto.
Non si esclude la propagazione della frattura in direzione parallela alla faglia di Castrovillari e precisamente tra gli abitati di Morano Calabro e Castrovillari (questo tipologia di fatturazione si è già verificata altrove ma l’innesco e l’evoluzione temporale non è ancora comprensibile).
La struttura tecnica della sequenza sismica fino ad oggi, continua ancora a non convincere.
I valori raggiunti dagli indicatori “energetici” evidenziano che l’energia scaricata in questi ultimi sei giorni è minore rispetto a quella accumulata.
L’indicatore di forza si è portato sopra i 60 punti e sulla struttura della sequenza d’immediato periodo (ore/tre giorni) si è formata nuovamente una microstruttura “M2”.
La sequenza dei valori di magnitudo uguale o maggiore di 2.0 Ml è quasi in standby da tre giorni e gli indicatori “energetici” sono posizionati su valori non tranquilli (in fase di rilascio di energia).
Il Lupetto del Pollino fino ad oggi non è riuscito a passare il livello sismico di 3.4 Ml. Questo è un livello molto importante che non deve essere superato. Sopra questo livello la sequenza sismica ha due soluzioni di cui una negativa ed una positiva.
Solo il ritorno dell’indicatore di forza prima sotto i 30 punti e poi sotto la linea dello zero consentirà di archiviare questa sequenza sismica molto anomala.
A questo punto, fino a quando non sarà superato il primo livello sismico di magnitudo 3.4 Ml, si può stare tranquilli.
Le analisi sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
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Figura 2 - Indicatore di forza della sequenza sismica.
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