I cluster sismici sono indicativi di
strutture sismicamente attive i cui orientamenti possono essere stimati
utilizzando il loro sviluppo temporale e spaziale.
Inoltre, quando i terremoti più energetici che si verificano in un cluster
sono dei foreshock, è possibile l’accadimento di un forte terremoto la cui
magnitudo sembra dipendere da quella del foreshock o dei foreshock, dalla loro
posizione temporale all’interno del cluster.
Nella
figura 1 sono indicati i cluster che si sono attivati nell’Appennino
Tosco-Emiliano in epoche diverse in strutture che non hanno mostrato una forma
predominante di attività sismica in passato.
In particolare, l’analisi delle
informazioni sui raggruppamenti A e B, suggerisce un collegamento tra loro e
probabilmente anche con gli altri.
Il cluster A che si sta sviluppando nella
zona di Querciola-Gaggio Montano (BO) e che si è attivato il 15 febbraio del
2015, è costituito da 33 scosse di bassa magnitudo gran parte delle quali con
ipocentro intorno ai 10 km
(figura 2).
La sequenza temporale dei valori di
magnitudo mostra due eventi di magnitudo 2.8 ML registrati rispettivamente il
24 e il 27 febbraio del 2015.
I valori di magnitudo tendono ad aumentare
secondo la direzione SE-NW (figura 3), mentre la direzione di sviluppo del
claster sembra essere collegata ad una struttura distensiva avente un
orientamento SW-NE.
Il cluster B che si è sviluppato a
Castiglione dei Pepoli-Monte Baducco (BO) è iniziato il 23 gennaio del 2015 a profondità
ipocentrale di circa 10 km.
La sequenza dei valori di magnitudo,
composta di 87 eventi (figura 4), mostra un foreshock di magnitudo 4.3 Mw,
registrato il 23 gennaio del 2015-03-03, seguito da una fase di assestamento
già completata.
La distribuzione spaziale dei valori di
magnitudo riportata nella figura 5, mostra una direzione preferenziale SE-NW,
mentre l’andamento temporale-spaziale degli epicentri, mostra una direzione di
sviluppo del cluster NW-SE.
In sintesi, il cluster A potrebbe rappresentare
un’attività adiacente al cluster B capace di produrre ulteriori sollecitazioni
e forse anche la rottura dell’area previa accadimento di un foreshock di
magnitudo 3.8-4.6 Mw.
Figura 1. Ubicazione dei cluster
Figura 2. Andamento temporale dei valori di magnitudo e delle profondità ipocentrali del cluster "A".
Figura 3. Distribuzione spaziale dei valori di magnitudo e spazio-temporale delle profondità ipocentrali del cluster "A".
Figura 4. Andamento temporale dei valori di magnitudo e delle profondità ipocentrali del cluster "B".
Figura 5. Distribuzione spaziale dei valori di magnitudo e spazio-temporale delle profondità ipocentrali del cluster "B".