lunedì 31 marzo 2014

SEQUENZA SISMICA DI GUBBIO-ADRIATICO CENTRO SETTENTRIONALE

Analisi di medio periodo 

Di: Riga G., Balocchi P.

La sequenza sismica dal 2005 al 2014, mostra tre eventi principali accaduti in aree diverse ma,  interconnesse tra loro.

1) 4.3 Ml (16/04/2006)
2) 4.5 Ml (20/09/2009)
3) 4.9 Ml (21/07/2013)

I tre eventi sismici sono posizionati al termine di cicli sismici di medio periodo che si sono sviluppati sul bordo esterno dell’area sismica analizzata.
Ogni evento è associato ad una bomba sismica ben strutturata.
La struttura evolutiva che precede la scossa del 16 aprile del 2006 è di tipo “assestamento" senza scosse premonitrici, mentre quella relativa agli eventi del 20 settembre del 2009 e del 21 luglio del 2013 è di “assestamento” con una scossa premonitrice. Questi schemi evolutivi sono tipici di aree con faglie inverse o trascorrenti, come evidenziato dai meccanismi focali dei tre terremoti.
Dal 21 luglio del 2013 si è attivata una fase di assestamento che si è completata nel mese di gennaio del 2014, seguita da eventi sismici inseriti in uno schema evolutivo ciclico temporaneo di breve periodo di “accumulo di energia”,  tipico di aree interessate da faglie inverse.
La posizione temporale degli epicentri mostra una migrazione da Nord-Ovest verso Sud-Est.























Figura 1. Epicentri degli eventi principali.


Le sezione sismologiche in direzione W-E, mostrano l’andamento degli ipocentri, mettendo in evidenza gli allineamenti preferenziali lungo le principali strutture sismogenetiche dell’area considerata.
La distribuzione degli ipocentri mostra uno strato sismogenetico con elevata sismicità fino alla profondità di 10 km dove è presente una superficie efficace. Nel retropaese appenninico (area Perugia-Gubbio-Foligno), in sezione sismologica, si evidenziano degli allineamenti degli ipocentri che rappresentano dei piani di faglia alla scala regionale con immersione est e interpretabili come un sistema estensionale del versante tirrenico dell’Appennino. Nella zona dell’avampaese (area S. Marino-Ancona) si evidenziano le superfici di faglia interpretabili come thust frontali della catena appenninica.
La sismicità più profonda mette in evidenzia il piano di subduzione della placca Adria ad est che sottoscorre la placca Europa ad ovest. Il piano di subduzione immerge verso ovest con una inclinazione di circa 60°.


 
























Figura 2. Sezione sismologica in direzione W-E.





























Figura 3. Visualizzazione 3D degli ipocentri

Riferimenti bibliografici

Balocchi P. (2011); Modello Sismotettonico delle strutture profonde dell'Appennino settentrionale. GeoResearch Center Italy - GeoBlog, pub 3(2011), ISSN: 2240-7847. Consultabile allindirizzo internet: http://georcit.blogspot.com/2011/06/modello-sismotettonico-delle-strutture_16.html.
Balocchi P., Bonetti S., Lupoli F.C. (2014); Sequenza sismica e sismotettonica dell’alta Val Tiberina-Gubbio (Umbria). GeoResearch Center Italy - GeoBlog, pub n° 1(2014), ISSN: 2240-7847. Consultabile all'indirizzo internet: http://georcit.blogspot.it/2014/03/sequenza-sismica-e-sismotettonica.html.
INGV (2014); Time Domain Moment Tensor (TDMT). Aggiornato al 2014. Consultabile allindirizzo internet: http://cnt.rm.ingv.it/tdmt.html.
Meletti C.,  Valensise G.  (2004);  Zonazione  sismogenetica  ZS9    App.  2  al rapporto  conclusivo.  GNDT. Consultabile allindirizzo internet: http://zonesismiche.mi.ingv.it/documenti/App2.pdf.
Riga G. (2013); Bombe sismiche. Earthquake PredictionPrevisione dei Terremoti. Consultabile allindirizzo internet: http://rigagiulio.blogspot.it/2013/04/bombe-sismiche-sicuramente-di-recente.html.
Righa G., Balocchi P. (2013); Bollettino sismico 2013. GeoResearch Center Italy - GeoBlog, pub n° 2(2014), ISSN: 2240-7847. Consultabile all'indirizzo internet: http://georcit.blogspot.it/2014/03/bollettino-sismico-2013.html.

 

martedì 11 marzo 2014

martedì 4 marzo 2014

IL GRANDE TERREMOTO DEL CILE

Durante tutta la storia umana ci sono stati molti eventi sismici forti, ma il terremoto del 22 maggio del 1960 è stato il più grande registrato strumentalmente nel 20° secolo.
L'epicentro, localizzato a circa 160 km a largo della costa del sud del Cile, ha causato ingenti danni uccidendo circa 1.655 persone, ferite 3.000 e prodotto 2.000.000 di sfollati sia lungo la costa del Cile da Lebu a Puerto Aisen e in molte zone dell'Oceano Pacifico a causa dello tsunami che ha generato.
Le onde di tsunami alte fino a 10 metri in tutto il bacino del Pacifico, hanno devastato Hilo, Hawaii e causato danni in aree lontane come la Nuova Zelanda ed il Giappone.
La magnitudo dell’evento, secondo per il Servizio Geologico degli Stati Uniti è stata di 9.6 Mw.
Il sisma è stato preceduto da una serie di foreshock di magnitudo maggiore di 7,0 di cui  uno di  7,9 Mw, accaduto il 21 maggio che ha causato gravi danni a Concepcion, e successive scosse di assestamento.
La zona di frattura  è stimata in circa 1.000 km di lunghezza, da Lebu a Puerto Aisen.
Questo è stato un terremoto provocato dal rilascio di sollecitazioni meccaniche in una zona di convergenza dove la placca oceanica di  Nazca  è in subduzione sotto di quella continentale dell’America del sud.
Il processo di subduzione è responsabile del sollevamento delle Ande e dell'attività vulcanica presente lungo gran parte di questo fronte di deformazione esteso per 7000 chilometri dal Cile meridionale fino al largo della costa meridionale di Panama in America Centrale.


















Figura 1 – Placche tettoniche: Fonte USGS.

Sequenza sismica

La maggior parte degli ipocentri dei grandi terremoti accaduti in Sud America sono localizzati ad una profondità da 0 a 50 km (figura 2).
Altri terremoti sono generati anche a profondità superiori a 200 chilometri a seguito della continua deformazione interna della placca Nazca  in subduzione.
























Figura 2 – Sezione trasversale 2D della subduzione dell’area epicentrale.

Nella figura 3 sono riportati il numero di terremoti di M5.0 registrati nell’area analizzata dal 1931 al 1969.
Sono 19 gli eventi che hanno una magnitudo di  M5.5, 29 di magnitudo M7.0,  2 di M8.0 ed uno di magnitudo 9.6 M.

 

















Figura 3 – Numero di eventi sismici per classe di magnitudo.

La sequenza di scosse è iniziata con un primo evento di magnitudo 8.2 Mw alle 10:02:54 del 21 maggio sulla costa a sud della città di Concepcion alla latitudine di -37.825° S e  longitudine -73.379 ° W.
E’ seguito  un sisma di assestamento di magnitudo 6.6 Ms e nel giorno successivo da altri tre di magnitudo rispettivamente di  6.9, 6.8 e 7.9 Mw, inclusi in una veloce fase di forte rilascio di energia culminata con l’evento di magnitudo 9.6 Mw con epicentro  alla latitudine -38.294 ° S e longitudine  -73.054 ° W.
Il terremoto di magnitudo 8.2 Mw è un evidente foreshock di brevissimo periodo inserito in un ciclo di lungo periodo iniziato nel 1943 dopo l’accadimento del foreshock di secondo ordine di magnitudo 8.2 Mw.
Nel corso della giornata del 22 maggio, alle 19:11, si è verificato il grande mainshock con ipocentro a 35 km, la cui magnitudo è stata valutata in 9,6 Mw.
Sequenza di eventi registrati è la seguente:
     Data                Ora                Lat.                 Long.               Prof.    Magnitudo
1) 21-05-1960  10:02:54           -37.825           -73.379           11.5     8.2       Mw
2) 21-05-1960  10:53:57           -37.065           -72.324           11.3     6.6       Ms
3) 22-05-1960  10:30:44           -37.961           -73.17             38        6.8       Mw
4) 22-05-1960  10:32:48           -37.994           -73.472           41.3     6.8       Mw
5) 22-05-1960  18:56:04           -38.146           -72.984           35        7.9       Mw
6) 22-05-1960  19:11:17          -38.294           -73.054            35        9.6       Mw
7) 02-06-1960  05:58:06           -46.335           -74.252           18        6.8       Uk
8) 06-06-1960  05:55:49           -45.7               -73.502           15        7.2       Mw
9) 20-06-1960  02:01:15           -38.265           -73.324           35         7.0      Mw
10) 20-06-1960 12:59:46          -39.212           -73.322           24.6      7.1      Mw

Fino al mese di dicembre del 1960 sono stati registrati sette aftershock di magnitudo compresa tra 6.6 e 7.2 Mw.

 
















Figura 4 –  Andamento dei valori della magnitudo dal 1931 al 1969.

La fagliazione è progredita verso sud  lungo la costa come dimostra la posizione degli epicentri delle scosse di assestamento (fino alla  latitudine  -46 ° S) seguite al mainshock.

  Figura 5 - Schema di interpretazione della fratturazione.