È ben noto che l'aumento del livello dell’acqua nelle grandi dighe, l’attività mineraria sotterranea, l’iniezione ad alta pressione e temperatura di fluidi nel terreno per scopi diversi (ad es. lo smaltimento dei rifiuti, recupero di olio greggio e di gas secondario), la generazione di energia elettrica dalla geotermia, le grandi esplosioni sotterranee, possono generare attività sismica.
C'è una grande quantità di dati sperimentali che dimostrano come l’estrazione di petrolio e di gas dai giacimenti di idrocarburi attivino terremoti di piccole e medie magnitudo e causino fenomeni di assestamento del terreno.
L’aumento della migrazione di gas verso la superficie lungo le faglie e le fratture (zona permeabile), modificano il pre-esistente stress lungo la faglia aumentando la pressione dei pori alla quale segue una diminuzione dello sforzo efficace con conseguenti deformazioni della roccia (distorsioni e compattazione).
In molte zone dove la roccia non è sottoposta a forti stress tettonici, l'energia sismica liberata durante gli eventi indotti è in genere bassa (<4,0), ma se si modifica il campo di sollecitazione nella zona circostante il serbatoio che si trova già sottoposta a grandi stress tettonici (fase di preparazione di un forte terremoto), l'energia aggiunta dalle attività antropiche all'interno del serbatoio e le rocce circostanti, può provocare grandi terremoti anche lontani dal serbatoio.
Si è discusso se i terremoti dei mesi di aprile e maggio 1976 e 19 marzo 1984 siano stati indotti dalle attività di produzione di grandi quantità di gas nel campo di Gazli in Uzbekistan.
Figura 1 – Ubicazione della sequenza sismica.
La sequenza sismica, localizzata su una zona di debolezza pre-esistente e accaduta in una regione a basso rischio sismico, evidenzia tre grandi terremoti (con mb ≥ 6,0) raggruppati nello spazio e nel tempo (1976 - 1984) e preceduti da anomalie sismiche.
La cinematica della sequenza sismica analizzata, composta di 229 eventi registrati dal 1976 al 2012, mostra un evento inusuale di magnitudo 6,4 mb accaduto vicino alla città di Gazli del 19 marzo del 1984 preceduto da due eventi di magnitudo 6,2 mb (8 aprile e 17 maggio 1976).
I due epicentri si trovano a circa 40 km di distanza l'uno dall'altro (fig. 2), mentre il giacimento di gas è situato a nord di Gazli.
Figura 2 – Ubicazione degli eventi più importanti nelle immediate vicinanze del campo Gazli.
La sequenza sismica inizia con un evento di magnitudo 6,2 mb accaduto l’8 aprile del 1976 seguito da una breve fase di assestamento poco strutturata alla quale è seguita la fase di rilascio di energia culminata con l’evento del 17 maggio 1976 (6,2 mb).
A questo punto sulla sequenza sismica non si è attivata la fase di assestamento, ma una fase di rilascio di energia composta di eventi di magnitudo crescente fino alla scossa del 19 marzo 1984 di magnitudo 6,4 mb, caratterizzata, nella parte iniziale, da un’anomalia sismica di “cambio di fase”, impostata su valori di magnitudo medi.
Questo evento è stato preceduto da una scossa premonitrice di medio periodo di magnitudo 5,9 mb registrata il 4 giugno 1978.
Anche a questo evento non è seguita una fase di assestamento regolare, ma i valori della magnitudo si sono posti all’interno di un range molto stretto (repliche di piccola magnitudo e bassa energia) con un’evidente migrazione dei valori minimi.
Figura 3 – Sequenza temporale dei valori di magnitudo.
Nelle figure 4 e 5 sono riportati gli epicentri registrati nell’area dal 1976 al 2012.
I grafici mostrano come, a partire dal 1976 l’attività sismica, si sia concentrata sul bordo settentrionale del giacimento di gas di Gazil.
Gli epicentri dei sette maggiori eventi della sequenza sismica dell'anno 1976 al 1984 sono unilateralmente migrati di 90 km lungo la direzione NE-SW.
Figura 4 – Attività sismica nella regione di Bukhara.
Figura 5 – Epicentri degli eventi più importanti e strutture sismiche principali.
Figura 6 – Distribuzione dell’energia liberata.
La mancanza di grandi eventi (> 6,5 mb) nella regione da molti secoli, il raggruppamento dei tre eventi forti dall'anno 1976 al 1984, il meccanismo di accumulo e rilascio di energia diverso da zona a zona, la struttura irregolare della sequenza sismica, la direzione definita dalla migrazione degli epicentri e le profondità ipocentrali, fanno ipotizzare una correlazione diretta con le strutture sismiche principali e con le fasi di sfruttamento del giacimento di gas locale.
L'evento sismico principale, probabilmente di origine tettonica, è stato indotto dalle sollecitazioni provocate in profondità dalle attività di estrazione selettive ed eseguite con tassi di produzione irregolari, sufficienti per causare un grave terremoto in una zona sottoposta già a grandi stress tettonici.
Le analisi sono state eseguite con il software sperimentale ” Previsio” non ancora pubblicato e validato dal mondo scientifico.
I risultati ottenuti non sono pienamente utilizzabili.
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